Magazine Attualità

Metà dello stipendio dei lavoratori italiani è divorato dal cuneo fiscale

Creato il 01 settembre 2014 da Nicola933
di Consiglia Grande Metà dello stipendio dei lavoratori italiani è divorato dal cuneo fiscale - 1 settembre 2014

TasseDi Consiglia Grande. All’incirca la metà dello stipendio dei lavoratori italiani è divorato dal cuneo fiscale:negli ultimi cinque anni il dato è aumentato dell’1,1%. Nei paesi Ocse il peso dei tributi e contributi nella busta paga si è fermato a poco più di un terzo. D’altronde, nel rapporto annuale dell’Eurispes, si legge che il lavoratore è ormai avezzo all’enorme discrepanza esistente tra il salario lordo percepito e il corrispettivo netto di cui può effettivamente disporre.

Al momento l’Italia occupa il sesto posto nell’elenco dei paesi ordinati sulla base del maggior peso del cuneo fiscale, il cui primo posto è occupato dal Belgio. Migliore invece è stato il lavoro di paesi come Belgio e Svizzera, che hanno ridotto peso di tasse e contributi dell’8 e 6,4%.

Dal 2007 al 2010 il livello del cuneo fiscale all’interno dei paesi Ocse era diminuito dell’1,1%, ma si è poi arrestato. Se nel 2007 si attestava al 36,1% e nel 2010 scendeva al 35%, l’anno successivo ricresceva dello 0,5% e nel 2012 si riconfermava (con un lieve incremento dello 0,1). Secondo l’Eurispes l’incremento avvenuto in Italia tra il 2000 e il 2012 “è in controtendenza rispetto alla media delle altre economie”, che invece hanno fatto registrare un calo dell’1,1%.

Nel frattempo la situazione dei lavoratori con famiglie a carico, migliora leggermente. Il cuneo fiscale si ferma al 38,3%, a differenza dei lavoratori single che hanno subito un aumento di 0,5%. Ma comunque l’incidenza delle imposte sul reddito non è uniforme. Così prendendo in considerazione la parte del costo del lavoro che confluisce all’interno dei contributi previdenziali, emerge che il suo valore è pari a zero in paesi come Australia e Nuova Zelanda, mentre arriva al 30,6% in Francia.

L’Eurispes ha così deciso di mettere in evidenza le differenze internazionali dei sistemi di prestazione previdenziale. Ad esempio, per fronteggiare il problema delle pensioni, alcuni paesi hanno introdotto il sistema contributivo e un innalzamento dell’età pensionabile, che entro il 2050 dovrà essere di 57 anni. Infatti, per L’Eurispes L’Italia ha da poco introdotto il migliore sistema pensionistico per un futuro più equo, destreggiandosi tra il vecchio sistema retributivo e uno maggiormente in linea con il periodo storico. La riduzione della spesa pensionistica futura necessita fin da oggi di essere ribilanciata facendo leva sulla volontà del cittadino di assicurarsi una volta in pensione, un tenore di vita più vicino possibile a quello sostenuto in età produttiva.


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog