«Poiché non è né città, né campagna, né montagna, né periferia, ma un ibrido che contiene la misura cosmetica degli stenti di ogni luogo, Cossila è un paese triste.Angustia e transitorietà di posizione su cui incombe Oropa. Sconfitta e vicaria presenza di Cappelle Votive la cui devozione è prorogata alla Vergine Bruna del Santuario di Oropa. Funzione panoramica dai requisiti mortificati di uno sfondo per lo più di sanatorio. La comprova dell'architettura di piccoli edifici che promettono la scolorita salubrità differita delle vetrate di verande invernali. Sono schermi d'anima alla circolazione di un sentimento di gioia. Non c'è nulla di più triste in natura che l'angolo giardino, la miniatura verde personalizzata, tirata su dall'ostinazione in spazi stentati, grottesca replica del lusso riprodotto in versione pettinata e sbarbata modello vivaio. Aiuole immalinconite da privazioni di sontuosità. Isolati bossi scolpiti senza la ripetitività dello schieramento geometrico sembrano bottegai in cerca di refrigerio. Nobili cedri contagiati dal brusio alimentare di una mensa di ricovero. Verdi tempietti corredati da tavolino e bandierine segnavento sempre deserti»
Contro la mia volontàOddone Camerana (ed. Einaudi/La Stampa)