Magazine Arte
Inutile sottolineare in queste poche righe di prologo le doti artistiche di Roberta (lo constaterete da soli visitando l'esposizione o sfogliando il progetto editoriale), i miei complimenti vanno invece alla Galleria LaContemporanea per le scelte e l'operato.
METALMORPHOSIS personale di ROBERTA UBALDI
Inaugurazione: 25 settembre 2010 alle h.18,30
Location: LA CONTEMPORANEA - Studio|ArtGallery - ArteArchitetturaInteriorDesign
Via della Rocca ,36 - 10123 Torino
Periodo: dal 25 settembre al 11 novembre 2010
Orari: feriali 15.30 19.30; Domenica e festivi su appuntamento
Ingresso: gratuito
Organizzazione: LA CONTEMPORANEA – Studio|ArtGallery
Info: +39.011.0746769 - +39.335.6233779
[email protected]
www.lacontemporaneatorino.com
OGGETTO:
Accompagnando l'incedere dell'autunno lo Studio Art Gallery
LA CONTEMPORANEA ricomincia a pieno ritmo la sua attività espositiva a seguito della consueta pausa estiva. Lasciandosi alle spalle le sofisticate ed eteree architetture di Carlo Cane, si cambiano soggetto e tecnica di realizzazione con le opere dell' artista ternana Roberta UBALDI.
“Passaggio” e “trasformazione” saranno i temi fondamentali di questa esposizione che concentra tutto il suo interesse sull'azione sinergica del tempo e del gesto artistico nel tramutare un semplice materiale di supporto in Opera d'Arte. Linguaggio contemporaneo quindi, che utilizza strumenti industriali di recupero per una più nobile funzione, l'espressione emotiva di un'artista femminile.
METALMORPHOSIS - Personale di ROBERTA UBALDI
La mostra dal titolo METALMORPHOSIS raccoglie 24 opere, che concentrano il lavoro di sperimentazione stilistica di Roberta Ubaldi. Una ricerca durata anni che ha condotto la giovane artista a scegliere la lamiera come supporto prediletto delle proprie realizzazioni e nel promuoverla come parte integrante dell'opera stessa. E’ proprio a partire dalla naturale e lenta trasformazione dell'elemento ferroso infatti, che la Ubaldi costruisce il proprio linguaggio espressivo, fatto di immagini che emergono da un magma confuso, recuperando lo spazio necessario alla costruzione del senso. Materia grezza che si modifica sotto impulso di agenti naturali come l'aria e l'acqua e che apre la porta all'interpretazione ed alla fantasia.
Grazie ad un sapiente utilizzo di colori ad olio, da lì appaiono braccia che avvolgono, mani che accarezzano, sguardi che indagano, un'umanità che si profila e si insinua fra le macchie di ruggine, che domina il tempo che passa, cavalcandone i segni “fisici” e riadattandoli per dare loro nuova Vita. Un riaffiorare di elementi che parlano di emotività, di fragilità femminee, di misteri accennati, sono forme morbide dai colori caldi, sono presenze che rassicurano, delicatamente sensuali, ammalianti come gesti ed intriganti come l'intimità quando protegge se stessa.
Quella di Roberta Ubaldi è una sensibilità che solo parzialmente si espone, tanto delicata quanto un processo in corso, e i suoi quadri sono un fenomeno espressivo in cui il Tempo, la chimica e la capacità di giocare con la forma si adoperano fino a realizzare opere nelle quali si svela una Bellezza che vince il suo carattere effimero facendosi eterna.
MOSTRA A CURA DI:
Cristiana PECILE (architetto, gallerista) Marzia Altaira GRAZZINI (architetto, gallerista)
TESTI CRITICI:
Robero MILANI - Cristiana PECILE – Nicoletta PECILE
Catalogo in galleria.
UFFICIO STAMPA:
NICOLETTA PECILE - tel. +39.011.0746769 cell. +39.339.7496818
[email protected]
www.lacontemporaneatorino.com
METALMORPHOSIS
di Roberto Milani
Premessa:
Ci sono luoghi, come l’Umbria, che mi piace definirli “luoghi dell’anima”.
Aldilà delle proprie, personali e rispettabili credenze, religioni o quant’altro, trovo che questa regione sia pregna di spiritualità.
Una spiritualità diversa da quella “istituzionale”, quasi privata, intima, che nasce dalla terra, dal suo passato ed anche dalle persone.
Un artista che nasce in Umbria è un artista fortunato!
Ha comunque la possibilità di viaggiare, scoprire, conoscere ma allo stesso tempo il suo sguardo, ogni volta che rientra nei propri luoghi, affonda e si rivolge a quelle “origini francescane” che hanno determinato lo sviluppo del “pensiero libero”dell’arte.
Tutto muta, nulla è eterno. Si chiama metamorfosi.
Un ammasso di ruggine oggi, molto probabilmente era ieri un oggetto quasi indispensabile!
L’arte di Roberta Ubaldi è carica di spiritualità e di ruggine.
Rimanda immediatamente a quelle immagini risalenti al II secolo d.C. della piana del Fayum. Quella straordinaria serie di stele e ritratti ancora avvolti nel mistero ma allo stesso tempo fonte di ispirazione di molti artisti.
Suggestivo.
Sì, si può definire suggestivo, il lavoro dell’artista Roberta Ubaldi.
Suggestivo in quanto suscita immediato interesse, curiosità ed emozione.
Fermarsi o meglio, soffermarsi davanti ad una sua opera è come gustare un buon bicchiere di vino rosso, piemontese o toscano, magari d’annata.
Immediatamente riconosciamo un sapore già nostro, ne cogliamo i profumi, apprezziamo la struttura e ne gustiamo l’intero corpo al palato.
Così avviene per un suo dipinto. Lo guardiamo, ne scopriamo la struttura, e lo sentiamo “familiare” e anche dopo averlo fatto decantare un po’ nella nostra memoria rimane a noi vicino.
E non ne conosciamo il motivo.
Il segreto sta nella magia di sapere unire gli elementi. Un gesto del tutto informale, decontestualizzato che nasce dalla pura gestualità e dal saper gestire la materia dalla quale, come in un incantesimo di medioevale memoria, appare un volto, una figura, che immediatamente ci rimanda ad un qualche cosa di conosciuto, di vicino, di nostro.
Uno sguardo, un abbraccio, un viso, a volte un busto femminile sono solo gli elementi già noti che rendono estremamente leggibile questa pittura. Una pittura molto più complessa ed intimista di quello che può emergere da una analisi superficiale della stesura dipinta. Di fatto, dove finisce l’esecuzione inizia la ricerca. Una ricerca fatta di esperimenti, tentativi e lavoro, tanto lavoro che ha portato l’artista a i risultati che abbiamo davnti al nostro sguardo.
L’artista adotta il ferro come superficie “ideale” per il suo lavoro.
Il ferro come elemento della terra, inerme ma allo stesso tempo vivo, forgiato sì dall’uomo che lo ha reso lastra, ma che continua il suo mutare attraverso il passare del tempo.
Il ferro come base, come elemento scenografico, come campitura, che con i propri segni nati dall’erosione della ruggine , veste i panni del complice dell’artista, e lascia una traccia ben visibile sull’intera area dell’opera.
Di fatto è proprio l’ossidazione dell’elemento ferroso che trasferisce al lavoro della Ubaldi, quell’aurea di mistero e teatralità che lascia gli spettatori con il fiato sospeso fino alla scoperta dell’elemento figurativo.
Il risultato è ottimo, come detto all’inizio: suggestivo.
Dove, dopo una percezione iniziale di caos, ogni elemento trova il proprio equilibrio risultando omogeneo, armonico e ben distribuito. L’analisi del soggetto è attenta, con un netto riferimento ad un passato legato al classicismo senza molestare o invalidare l’informale espressività caratterizzante di questi lavori. La pennellata è a volte velata, altre morbida altre ancora quasi virile.
In passato, mi è già capitato di “imbattermi” nel lavoro di questa artista, se non ricordo male in un paio di occasioni se non di più. Una sicuramente durante una manifestazione di beneficenza legata ad una raccolta fondi per una associazione per la ricerca sulla fibrosi cistisca dal titolo provocatorio “Mangia le Prugne” ed in un’altra, fra i finalisti del Premio Combat a Livorno. In ambedue i contesti mi ero ripromesso di approfondirne la conoscenza.
Bene, questa mostra me ne ha dato la possibilità ed ho scoperto il talento naturale che determina la cifra pittorica di Roberta Ubaldi.
Un’artista contemporanea nata in terra umbra, regione molto legata alle tradizioni ma allo stesso tempo, la terra che ha dato anche i natali quell’Alberto Burri che tutti noi conosciamo e riconosciamo, che ha rivoluzionato gli schemi dell’arte contemporanea lasciando una forte eredità intellettuale ed espressiva a tutti gli artisti nati in quei territori dopo di lui.
Come la protagonista di questa mostra.
Una giovane artista contemporanea nata a cavallo fra il ‘300 ed il XX secolo.
in un calda giornata d’estate all’ombra di un cipresso
Roberto Milani
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