Ad un anno di distanza dal suo ultimo lavoro “ Dove naviga il mio cuore “ il cui singolo è stato un vero e proprio successo radiofonico ascoltato in oltre 500 emittenti fra cui Radio Rai, piazzandosi per 6 settimane tra i primi 50 nelle radio locali, l’artista siciliano Marco Milandri torna con un album straordinario caratterizzato da brani di immediato impatto emotivo e da atmosfere calde e coinvolgenti.
“Metamorfosi“ è il frutto di una oramai consolidata esperienza discografica che trova spazio ed ampi consensi sia a livello radiofonico che sui principali digital store. L’album, che conta al proprio interno 12 brani inediti di cui 2 strumentali, vuol rappresentare l’evoluzione naturale che l’artista e la sua musica stanno vivendo in questi anni.
Nei testi vi sono importanti momenti di riflessione su come spesso nella vita di tutti i giorni, il mondo che ci circonda è in continua evoluzione … e di come ci accorgiamo di ciò solo quando ci troviamo da soli a pensare al nostro futuro, o al mondo che lasceremo per i nostri figli ( “ Che vita stiamo vivendo “ ), agli aspetti atroci della guerra e della violenza ( “ Il soldato “ ) .
Ma “Metamorfosi“ racconta anche come si può essere in continua evoluzione rimanendo se stessi, quindi attaccati alla propria terra (“Profumi del Sud“) o amando per la vita la propria compagna di vita (“Voglio rinascere“, il singolo in uscita) o semplicemente raccontato uno stato d’animo inerme nei confronti di persone che cambiano radicalmente personalità o modo di essere (“Stasera“).
La chitarra resta la protagonista assoluta di questo meraviglioso album.
Sin dalle prime note ci si rende subito conto che siamo difronte ad un vero e proprio Chitarrista poliedrico. In “ Voglio rinascere “, i ritmi funcky di chitarra acustica s’ intrecciano ad assoli di chitarra rock dalle diverse sonorità.
In “ Sogni “ trovano spazio tra gli arpeggi delle strofe alle ritmiche dell’inciso ed agli assoli mozzafiato sul finale. Un momento di sano rock italiano lo troviamo in “In fondo all’anima“.
Passione latina per “Non ci credo” con percussioni e chitarre flamenco che caratterizzano tutto il brano. Momento tipicamente New Age col brano strumentale “Metamorfosi“ esprime un progetto sperimentale dell’artista verso per la musica classica, vista in chiave assolutamente moderni.