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Metodo EVA o DCF? Cosa scegliere?

Da B2corporate @b2corporate
Cos’è l’EVA?
L’EVA in termini generalistici è una metodologia di determinazione delle performance d’azienda collegata all’obiettivo di massimizzazione del valore degli azionisti. Utilizzata per misurare il valore creato, ossia il “profitto che residua dopo aver dedotto il costo del capitale impiegato”. L’Economic Value Added si fonda sull’assunto per cui un’azienda crea valore laddove i profitti siano superiori al costo complessivo delle fonti di finanziamento.
La formula di riferimento è la seguente(per dettagli e interpretazione rimandiamo all’ebook “La Pianificazione finanziaria”):
Metodo EVA o DCF? Cosa scegliere?
EVA = NOTPAT – (WACCxCE)
Per ulteriori approfondimenti leggi anche l'articolo dal titolo: Come creare valore con l'EVA e quello relativo al "Diagramma del profitto economico".
Cosè il DCF?
Il Dcf - discounted cash flow è uno dei principali metodi utilizzati per la valutazione aziendale ed è basato è sulla determinazione del valore attuale dei flussi di cassa attesi da una determinata attività. I fattori chiave del dcf sono rappresentati dall’entità del flusso di cassa, la distribuzione temporale dei flussi e il tasso di attualizzazione.
EVA o DCF?
Per imprese “multi-business” l’EVA è senz’altro da preferirsi al metodo DCF, in quanto permette di quantificare il contributo di ciascuna area strategica d’affari (ASA). A livello di singolo business il metodo EVA suggerisce la cancellazione dei progetti d’investimento e la razionalizzazione di quelle linee che generano EVA negativi. A livello corporate giustifica l’uscita da settori a scarso rendimento e la limitazione degli investimenti in settori marginali. Tuttavia una tale visione semplicistica non considera le interrelazioni tra ASA, ossia, è possibile che l’abbandono di un’ASA abbia anche implicazioni  in altri settori dell’azienda. Va inoltre sottolineato che l’EVA non sostituisce, ma completa l’analisi tramite DCF, apprezzando qualità e origine del valore.
Aziende monobusiness, tipicamente di piccola-media dimensione, non quotate, trovano nella metodologia  DCF sicuramente riscontri più veritieri, poiché consente di evidenziare eventuali tensioni finanziarie.  L’impresa, così focalizzata, è pari ad un grande investimento, con esborso iniziale pari all’equity  value e a fronte del quale vengono prodotti flussi di cassa in grado di remunerare i finanziatori e liberare ricchezza aggiuntiva per l’azionista.
L’EVA può aumentare nel breve periodo con la riduzione di spese di marketing, R&D e nuovi impianti, ma con conseguenze negative nel lungo periodo. Da qui, la necessità di studiare sistemi di incentivazione del management  che scoraggino una visione ristretta, ma che avvicinino sempre più gli interessi degli azionisti. I quali deve essere interessati a politiche lungimiranti e di ampio respiro.
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