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Metodo PIT 02-50

Creato il 24 novembre 2015 da Ferdori

logo_metodopitLezione 02. La situazione tecnica è migliorata.

Sullo schermo oggi viene visualizzato il computer di Fabrizio con tanto di tempo trascorso e cadenza di pedalata, a differenza della prima lezione dove compariva solo la percentuale di frequenza cardiaca.

Avendo l’esperienza della primavera scorsa, so che questa è la condizione standard delle lezioni del Metodo PIT e che probabilmente il primo video non è stato rifatto forse perché non così fondamentale.

Infatti anche negli esercizi la prima lezione si differenzia dalle altre e pare più un’estensione dello spinning che una preparazione al ciclismo vera e propria.

Gli esercizi di stabilizzazione del busto vengono presto rimpiazzati da quelli ad una gamba sola molto più adatti per la rotondità della pedalata.

Ecco, proprio questo ultimi mi fanno dannare.

La mia spinbike non ha lo scatto fisso e dunque negli esercizi ad una gamba sola non ricevo assolutamente nessuna contro-spinta dal volano durante la fase di risalita della gamba.

Ciò comporta un movimento che deriva dalla sola contrazione muscolare e che dopo 40-45 secondi si fa sentire non poco. Ruotando bene la caviglia la cosa si attenua, ma anche in questo caso occorre tempo per abituarsi al movimento.

Teniamo duro per due motivi, anzi tre: perché bisogna fare le cose per bene, perché dopo tutto mancano solo pochi secondi e perché dai commenti degli altri utilizzatori del metodo, che sul sito vengono chiamati guerrieri, è proprio la parte finale degli esercizi, quella che più delle altre richiede il massimo impegno, a dare risultati.

E allora dai, manca poco e cinque secondi si riescono ancora a fare.

Poi finisce ed arriva il meritato recupero.

Il secondo ciclo di ripetute ad una gamba sola ha tempi ovviamente più allungati, ma anche la maggior confidenza con questo tipo di attività aiuta a fare insorgere i problemi molto più avanti nel tempo; sono dunque più o meno gli stessi secondi di difficoltà quelli che tocca sopportare prima della fine.

Segue la superforza che Fabrizio introduce parlando di 3-4 ripetute da 45 secondi e che invece diventano 7-8.

Quando dice “a questo punto la sensazione della fatica dovrebbe essere piuttosto diffusa” viene da rispondergli, ma sarebbe fiato sprecato e allora si pensa a qualcosa e si continua.

È fatta, sono già oltre i tre-quarti della lezione e non sembrava proprio.

Si chiude con un 5 minuti a cadenza fissa e resistenza crescente con il vincolo dell’85% di frequenza cardiaca da rispettare. Anche in questo caso il supporto del video aiuta molto a perdere la cognizione del tempo ed è così che almeno la prima metà dell’esercizio vola via senza richiedere impegno psicologico.

La lezione termia con il classico defaticamento per rientrare nei parametri normali.

La differenza sostanziale tra i miei dati e quelli di Fabrizio non si nota tanto durante lo svolgimento degli esercizi, anche perché l’effettiva resistenza impostata sulla spinbike varia a seconda del livello di preparazione e comunque deve portare ciascuno sugli stessi valori di frequenza cardiaca percentuale, bensì nei tempi di recupero e nei valori toccati durante le fasi di scioglimento.

Ad esempio, nei tempi di recupero si nota molto bene come lui riesca a fare scendere i battiti sotto al 75% in breve tempo, mentre nel mio caso dopo metà lezione quel valore non viene più toccato e non durante il defaticamento finale.

L’altro caso eclatante avviene quando ci si deve alzare sui pedali per serie anche da pochi secondi; per Fabrizio queste sezioni di agilità in piedi dovrebbero servire a slegare il cuore dandogli una elasticità maggiore sia nella fase di riscaldamento iniziale che in quella di rilassamento finale.

I suoi battiti variano in modo graduale e progressivo, mentre per me gli sbalzi, specie verso l’alto, sono molto più repentini e significativi.

Tutto dipende dal livello di preparazione e comunque basta poco per imparare a conoscersi e a gestirsi.

Seconda lezione terminata ed ora attesa e curiosità per la prossima seduta che sarà anche la mia prima con il pacchetto TopWeekEnd, la novità di questo fine 2015.

Come già detto in precedenza, le prime 10 lezioni del Metodo PIT non rappresentano una novità avendole già provate in primavera; la prossima seduta invece sarà un’esperienza completamente nuova e, secondo quanto dichiarato da Fabrizio e Davide in fase di presentazione del pacchetto, anche decisamente impegnativa.

Durata lezione: 1h 20m
Calorie consumate: 790
Frequenza media: 143 bpm
Frequenza massima: 171 bpm

pit



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