E’ ormai un luogo comune il detto popolare secondo il quale Trieste purtroppo sarebbe la città del “no se pol” (in italiano “non si può”).
Ecco un esempio che purtroppo conferma come ciò sia proprio vero.
Lo scorso 21 marzo il Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia aveva approvato la petizione presentata da quasi 11.000 cittadini della Regione per il ripristino delle cure per l’insufficienza venosa cronica cerebro spinale e per la promozione dell’avvio di centri multidisciplinari per la diagnosi nel Friuli Venezia Giulia, unitamente all’ordine del giorno n. 2 che interpretava i contenuti della petizione.
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Nei giorni successivi sono usciti numerosi comunicati stampa dai toni trionfalistici che hanno fatto gridare alla vittoria i malati e le loro sfortunate famiglie per un caso, finalmente, di buona politica per una buona sanità, in un periodo di cui c’è davvero tanto bisogno.
Si è appreso invece che i vertici dell’Ospedale di Cattinara non hanno autorizzato la ripresa degli interventi di angioplastica per la correzione delle anomalie venose, che fino al marzo 2011 venivano effettuati da un valente medico radiologo interventista triestino, che ha anteposto l’interesse dei malati a quello dei poteri forti.
Al momento nessuna spiegazione per questa grave inerzia che costringe i malati triestini, giuliani e friulani a rivolgersi per un intervento relativamente semplice a strutture sanitarie pubbliche di altre Regioni italiane o più spesso private a causa dei lunghi tempi di attesa, arrivando a pagare fino a 10.000 euro per un intervento che costa un decimo.
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E’ ora auspicabile che il Presidente della Regione FVG nonché anche Assessore alla Salute faccia rispettare all’Ospedale di Cattinara a Trieste una petizione pubblica regolarmente approvata.
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