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Dopo due anni di preparativi si appresta a fare il suo debutto nel mercato bancario britannico la Metro Bank, ideata dal miliardario Vernon Hill. Ciò che in molti si domandano è quale sarà il suo impatto nel sistema finanziario inglese. Il lancio delle attività della “new entry” è stato infatti in pompa magna: non solo i media hanno trattato a lungo la questione, ma anche la campagna pubblicitaria è stata incentrata su uno slogan che lascia intendere le aspirazioni dell’istituto: “Join the Revolution”. Non solo: per far conoscere ai risparmiatori inglesi la nuova creatura, il trentottenne amministratore delegato Craig Donaldson ha utilizzato anche strumenti “antichi”: dalle caramelle ai bambini alla nuova veste delle filiali, o meglio “store”, come vorrebbe che fossero conosciuti dalla gente. “Non vogliamo solo dei clienti: vogliamo dei fan”, ha spiegato il dirigente, che ha cominciato la sua carriera in Barclays, passando poi per HBOS e Royal Bank of Scotland.
Fronzoli a parte, tuttavia, la nuova banca è attesa alla vera prova del fuoco: la valutazione dei servizi offerti alla clientela. Di idee nuove ce ne sono molte. Si parla di aperture sette giorni su sette, o di erogazione di crediti e carte di debito in 15 minuti (per questo è stata messa a punto una macchina in grado di stampare carte al ritmo di una ogni 2 minuti e 27 secondi). “Basta con le stupide regole delle banche”, ripete Donaldson da mesi. Basterà a convincere parte dei 60 milioni di correntisti inglesi ad abbandonare le loro vecchie banche per passare a Metro? Per ora gli analisti – riferisce il Guardian - si sono dimostrati scettici: è il caso di Ben Steer, direttore di Gfk Financial, che ricorda come degli 1,2 milioni di inglesi che cambiano istituto di credito ogni anno, il 65% si dichiara successivamente pentito della scelta.
Dott Fabio Troglia
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Magazine Economia
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