Come ci si sente quando le certezze cadono all’improvviso?Fino al giorno 20 di questo mese, come emiliana vivevo nella ferma convinzione che nel mio pezzettino di regione non potesse succedere ciò che poi si è verificato.
Il terremoto, per che modenese, è stato un terremoto emotivo. Da una parte ci sono le macerie e la gente terrorizzata, a venti chilometri da casa mia, dall’altra la consapevolezza che le certezze di prima si sono dissolte in venti secondi e tutto il mio mondo, il mio modo di percepire le situazioni è mutato. L’Emilia è disfatta, inginocchiata da una forza che non possiamo né prevedere né contrastare. In questa situazione mi domando perché tutto ciò è successo a venti chilometri da me? Perché non ne sono stata risparmiata. Qual è il progetto esistenziale che sta dietro a tutto ciò? Che senso ha? Perché, io no?Sono tutte domande che non avranno mai una risposta ma sono linfa per mantenermi vigile, creativa e pronta. Forse, solo un modo sano di reagire.
Tutto ciò che posso constatare è che la terra è viva. La terra pensa per sé, di noi uomini non sa. Non sa degli operari sotto i capannoni né degli imprenditori che hanno perso tutto, come la gente sfollata. Non sa degli interessi e delle macchinazioni a vantaggio di qualcuno.
L’uomo ha trattato la Terra come una cosa morta, da sfruttare, da dominare …
Sono convinta che il nostro carattere di emiliani, ci consentirà di tirarci su le maniche e ricominciare, ma non sarà facile. Abbiamo bisogno di sentire il sostegno di tutto il Paese.E non solo degli aiuti pratici ma anche del sostegno morale e affettivo.
Avverto più di ogni altro momento nella mia vita il bisogno di vicinanza, il bisogno di essere ascoltata con assenza di suggerimenti o la naturale predisposizione a minimizzare.
E’ in questi momenti che mi accorgo di quanto le persone abbiano dimenticato cosa significhi mettersi davvero in ascolto. Ascoltare significa rimanere in silenzio con l’altro, accogliendone le parole e i respiri. Significa una presenza solida quando la certezza non esiste più. E’ una carezza che come un balsamo restituisce calore e ci fa sentire meno soli e più umani.
Ascoltare in questo modo significa percepire le richieste silenziose delle persone e delle cose intorno a noi, anche quelle della terra. E’ l’occasione di ripensare alle cose importanti della vita, in stretta connessione con l’intera rete cosmica, fatta di te, di me, delle migliaia di volti che chiedono un sorriso, delle cose che chiedono rispetto, degli animali, del Tutto.
Io non so in che modo cambierà il mio modo di percepire le situazioni, ma sento un fortissimo impulso alla vita, alla creazione e all’aiuto. E tutto questo lo desidero condividere con tutti coloro che ne sentono il desiderio ed il bisogno.
Per le relazioni, per la vita, io ci sono! Come dice la mia cara amica Paola, “ci si mette il busto e si va avanti”!
Anna Perna J