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Metti un sabato a San Pietro in Vincoli

Creato il 02 marzo 2016 da La Civetta Di Torino @CivettaTorino

27 febbraio 2016. H10.30 e h14.30. Due capannelli di persone imbacuccate a più non posso fanno la loro comparsa davanti all’ex Cimitero di San Pietro in Vincoli per partecipare alle visite guidate dalla civetta. È un sabato buio, gelido e tempestoso (e non è una novità: le visite civettuole sono caratterizzate da una certa atmosfera gotica che ci tiene proprio un sacco a manifestarsi quasi sempre in queste occasioni). Nonostante ciò, i gruppi di impavidi sfidano l’inclemenza del clima per saperne di più su questo luogo misterioso che se ne sta tranquillo dietro il Cottolengo.

Photo by Lucrezia Simmons

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Bisogna premettere che l’ex Cimitero di San Pietro in Vincoli non è il Cimitero Monumentale. È infinitamente più piccolo e non ha mai accolto opere d’arte imponenti e di alto livello artistico. A causa del lungo periodo di abbandono e degrado, sono andati perduti (leggete: distrutti o rubati) quasi tutti gli apparati decorativi. Per fortuna la struttura architettonica resta ancora in buono stato.
La civetta inizia la visita sotto il porticato perimetrale del cimitero, dove qua e là alle pareti compaiono poche lapidi e alcune nicchie che dovevano ospitare dei busti. Con il battito della pioggia come sottofondo, si parla di perché e percome il cimitero fu costruito.

Photo by Lucrezia Simmons

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Il giro prosegue poi all’interno della cappella, ormai sconsacrata come il cimitero. Nella chiesa le compagnie teatrali dell’ACTI (l’Associazione Culturale Teatri Indipendenti, a cui il Comune da qualche anno ha affidato in gestione il sito) fanno le prove e mettono in scena i loro spettacoli. A fianco della cappella si trovano i locali della sacrestia e dell’abitazione del cappellano, ora usati dall’ACTI come uffici e magazzini.
Tiriamo tutti un sospiro di sollievo, perché c’è il riscaldamento acceso e quindi possiamo scongelarci. Osservati dalla miriade di teschietti con le ali che ornano i capitelli, ricordiamo qui l’episodio del 1845 che vide protagonisti San Giovanni Bosco e il suo oratorio alle prese con una perpetua un po’ troppo bisbetica.

Photo by Lucrezia Simmons

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I sotterranei sono la tappa successiva. Un tempo correvano sotto tutti i porticati del cimitero e accoglievano i sepolcri gentilizi. In seguito a vari episodi di profanazioni di tombe, nel 1970 sono stati sigillati. Scendiamo giù ed esploriamo la piccola parte ancora accessibile, che oggi viene usata per allestire spettacoli e mostre. L’atmosfera lugubre è lontana anni luce: non ci sono più tombe, le pareti sono state intonacate di bianco, il pavimento è nuovo nuovo e c’è la luce elettrica a guidare i nostri passi. Nonostante tutto, per vedere alcune stanze e ciò che resta delle vecchie decorazioni dobbiamo aiutarci con le torce dei cellulari. E qualcuno è perfino scosso da un brivido di inquietudine…

Photo by Lucrezia Simmons

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La visita termina all’esterno con la vera storia della principessa russa Barbara Beloselskij e della “Velata”, la statua che ornava il monumento funebre della donna, per molto tempo conservata a San Pietro in Vincoli (oggi alla GAM). Del famoso spettro che si aggirerebbe da queste parti… neanche l’ombra!

Photo by Lucrezia Simmons

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La pioggia continua a cadere fitta mentre ci si saluta e ci si allontana, ognuno diretto verso altre avventure. L’ex cimitero di San Pietro in Vincoli chiude le sue porte e resta in attesa di altri curiosi che vorranno scoprire le sue storie. La civetta tornerà di sicuro. Se volete fare un salto con lei a San Pietro in Vincoli, tenete d’occhio la pagina Facebook o iscrivetevi alla mailing list per sapere quando ci saranno le prossime visite.

Photo by Lucrezia Simmons

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Un grazie a Veronica dell’ACTI e a Marta di LabPerm per l’accoglienza e la pazienza!

Tutte le immagini sono di © Lucrezia Simmons

Approfondimenti
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