Uscire una
sera a cena con Cestino non è cosa da poco, anzi diciamo pure che in alcune
occasioni, è una vera e propria dichiarazione di guerra, è scendere in campo,
in prima linea e tornare a casa piuttosto malconci, con un conto decisamente
troppo salato, uno stomaco decisamente troppo vuoto e le scatole decisamente
troppo piene.Fino a quando non sei mamma, non sai che una pizza al ristorante dietro casa, può essere molto di più di una semplice uscita del fine settimana. E' una prova di forza, un test per la patente internazionale di pazienza e uno dei tanti esami che sarai costretta ad affrontare e che spesso ti vedranno ripetente. Questo è stato ieri sera. Un'idea buttata là, nel mezzo del pomeriggio, due amici in attesa, che con entusiasmo la raccolgono, e tu che senti ancora di poter avere una specie di vita sociale... sbagliando.
Ovvio che il posto scelto e l'ora, hanno tenuto conto del fattore Cestino, ovvio che questo non sia bastato a dare garanzie.
Dopo il "week end perfetto", in cui no pianti, no strilli, no capricci, mangio tutto ma proprio tutto e mi addormento pure a un orario decente, l'idillio non poteva continuare e, infatti, alle 20 e 30 di domenica 10 febbraio è finito.
Chiare e inequivocabili avvisaglie si erano palesate già in macchina, il tragitto breve non è mai stato così lungo.
"Mamma voglio la pallina" ,"mamma voglio la macchinina", "papà è caduta la pallina", "papà è caduta la macchinina", "mamma voglio salire davanti" ,"papà voglio scendere, ora, adesso, subito" .
All'arrivo la situazione non è migliorata, sarebbe molto più onesto dire precipitata, ma ho ancora un briciolo di dignità da difendere.
L'unico menù possibile è stato: patatine fritte fritte fritte, pizza smangiucchiata, spezzettata, sbriciolata non mangiata ma lanciata nell'etere e sfoglia imbevuta nella nutella vincitrice del premio "ll nettare degli dei".........,che l’Associazione Nazionale Pediatrica mi perdoni!
A seguire svuotmento del marchingegno infernale dispensatore, per "modiche" cifre, di palline, il cui contenuto, inutile e inconcepibile, è stato del tutto ignorato perché il divertimento non è quello. Cavallino su papà, che 15 kg sulle spalle a fare slalom tra i tavoli, è quel che ci vuole per movimentare una serata tra quarantenni noiosi che guardano Inter/Chievo alla tv, salto sulla panca del vicino per togliergli i coriandoli tra i capelli perché: "Mamma il signore lì c'ha un pelo", l'arredamento di questo locale non mi piace, e quindi tolgo questo quadro e pure questo...e poi tralascio, perché dirle tutte, mi fa inca@@are ancora di più.
Ora la vena comica che potrebbe avere una serata di questo tipo, in realtà è tragica , eh sì perché di norma, so perfettamente cosa scatena certi istinti e cosa porta a certi comportamenti. C'è sempre un errore di base, che basta individuare ed, eliminandolo, risolvi il problema, ieri sera no. Non c'era niente a far presagire l'apocalisse e solo il metodo duro, quello che tiro fuori nelle occasioni speciali, avrebbe funzionato. Purtroppo io non sono una di quelle mamme che fa tutto con nonchalance e che si mette a strillare in un locale pieno di gente, usando la linea dura che trasforma il riso, in un pianto incontrollabile udibile anche ai poli, non mi sento autorizzata a comportarmi liberamente come nel salotto di casa mia, non so fare una scenata e non so mettere in piazza un episodio, se pur banale, come una punizione. Tutt'al più so ignorare, ma non era la soluzione giusta al caso. Parto dal presupposto che se la mia serata è andata così, non necessariamente debba farlo anche quella degli altri, che due strilla tirate fuori per rimettere al loro posto le cose (e i bambini), non devono diventare argomento di conversazione del tavolo vicino e che sia bene mettere giacca e giacconi, e tornare a casa. Questo per molti, vuol dire resa, non per me.
In auto il silenzio glaciale, il tragitto del ritorno è ancora più lungo, soprattutto per lui, che ha capito, in assenza di parole, di averla combinata grossa. Butta lì un timido "mamma canta"..."la mamma è arrabbiata e dispiaciuta, perché non ci si comporta così e vorrà dire che la prossima volta non verremo a mangiare la pizza perché non possiamo disturbare tutti con questo macello". Punto, discorso chiuso.
A casa mestamente e in rassegnazione totale si fa mettere il pigiama dal Principe, io, nel frattempo imposto la cena del giorno dopo (eh sì, qui si guarda al futuro), poi, senza suggerimento alcuno, ecco un altro timido "mamma", mi avvicino "cosa c'è?"..."scusa non lo faccio più, la prossima volta mangio tutto e sto seduto"............ecco perché per me non è resa.
