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“Meursault, contre-enquête” di Kamel Daoud vince il premio Liste Goncourt/Le Choix de l’Orient (e fa incetta di premi in vista del Goncourt)

Creato il 03 novembre 2014 da Chiarac @claire_com_

Il premio letterario francofono Liste Goncourt/Le Choix de l’Orient, che viene assegnato durante la fiera francofona del libro di Beirut, è stato assegnato ieri al romanzo “Meursault, contre-enquête”, del giornalista e scrittore algerino Kamel Daoud (Mostaganem, 1970).

Kamel Daoud fotografato per Le Figaro

Kamel Daoud fotografato per Le Figaro

Quello di Daoud è un libro molto particolare, definito da alcuni come la “riscrittura” del famoso romanzo di Albert Camus Lo Straniero.

copertinaNel suo romanzo, pubblicato prima in Algeria nel 2013 dalle edizioni Barzakh e quest’anno dalla francese Actes Sud, Daoud immagina il personaggio di Haroun (Aronne), il fratello dell’Arabo (Moussa/Mosè) ucciso da Meursault in Lo Straniero, che nel romanzo di Camus non aveva invece nome (come non avevano nome né identità gli altri “arabi”).

Dalla sinossi dell’editore: “Sessant’anni dopo i fatti narrati da Camus, Haroun, che nell’infanzia aveva vissuto all’ombra e nel ricordo del fratello assente, non si rassegna ad abbandonarlo nell’anonimato: restituisce un nome e una storia a Moussa, morto per caso su di una spiaggia troppo assolata. Uomo ormai anziano e frustrato, sera dopo sera in un bar di Orano rimugina tra sé e sè la sua solitudine, la sua rabbia contro gli uomini che hanno così tanto bisogno di un Dio, lo sgomento di fronte ad un paese che l’ha deluso”.

In un articolo apparso lo scorso ottobre su Il Sole 24 ore, Daoud afferma di non aver scritto questo libro per regolare i conti con il passato algerino, né per rispondere alla Francia, sebbene sia consapevole dei rischi impliciti in un’operazione letteraria di questo tipo:

[…] nello scrivere un seguito dello Straniero se si è francesi, si rischia di essere trattati da pied-noir, da nostalgici delle colonie, da criminali o persino da fascisti, per la gloria forse dell’estrema destra. E scrivere un seguito dello Straniero se si è algerini significa essere destinati a reagire al crimine con un grido, polemizzare, scontrarsi, rifare la guerra, imbracciare le armi contro Meursault, avviare un processo d’appello contro Camus.

[...] Non ho risposto a Camus, rispondo al mio mondo. È così che ho immaginato questo libro: breve come Lo Straniero, con le stesse parole, a volte le stesse frasi, le stesse immagini, ma tormentato da un tacito deragliamento, narrato attraverso un’intrusione; un libro rabbioso, cattivo, bugiardo, ma inquisitore. È il libro che sognavo.

Il romanzo com’era prevedibile, ha attirato l’attenzione dei media e dei lettori francesi, mentre, come ricorda Marcia L. Qualey, l’accoglienza in Algeria è stata molto meno…calorosa.

Meursault, contre-enquête ha già vinto alcuni premi: il Prix François Mauriac e il Prix des Cinq Continents pour la Francophonie. Inoltre, è in lizza per il Goncourt, il cui vincitore verrà annunciato questo mercoledì.

Con la raccolta di racconti Le Minotaure 504, Daoud aveva invece vinto il Prix Mohammed Dib 2008 ed era stato finalista al Goncourt pour la nouvelle, edizione 2011.

Daoud_promozione_02-1-184x300Kamel Daoud non è proprio sconosciutissimo al pubblico italiano, per quanto lo è, probabilmente, ad un pubblico ampio.

La sua raccolta di racconti La prefazione del negro (recensione qui) è stata infatti pubblicata nella collana Babel delle (piccole) Edizioni Casagrande nel 2013 (traduzione a cura di Y. Melaouah, E. Di Stefano, E. Orlandi, D. Pasina, G. Sartori), in occasione di Babel Festival di letteratura e traduzione, il cui filo conduttore nel 2013 era stata proprio l’Africa francofona.

Della sua scelta di scrivere in francese (“ho un rapporto d’amore con il francese”) e di Meursault, contre-enquête, Daoud parla in questo breve video:


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