Riporto questo originale pezzo , tradotto dal Ministero dell’agricoltura italiano, perchè come strumento di promozione , nelle nostre terre colpite dalla mafia delle discariche potrebbe dar origine a qualche rifiuto….dei rifiuti.
Se si organizzasse qualche orto cittadino in convenzione con enti locali ed Asl per far lavorare qualche disabile o anziano, magari la verdura sarebbe quella bona , dell’antica terra vulcanica e non quella della diossina…..
“Da quando in Città del Messico è stata chiusa una enorme discarica, i suoi abitanti si sono entusiasmati al riciclaggio – ma il resto del sistema dei rifiuti della città è ancora da organizzare.
Carlos Quintero solleva un enorme sacco di bottiglie di plastica e fa qualche passo in avanti seguendo la lunga coda per entrare nel Mercado de Trueque di Città del Mexico, anche conosciuto come mercato dello scambio. In cambio di bottiglie di plastica che vanno al riciclaggio, Carlos riceverà pomodori, cipolle e cavoli. E’ veramente un ottimo modo di ottenere qualcosa in cambio di cose che normalmente buttiamo via, proteggendo cosi anche l”ambiente”, ha dichiarato. “inoltre aiutiamo economicamente la famiglia”.
Il mercato mensile è aperto dallo scorso marzo, e mira a sensibilizzare la gente sul riciclaggio dei rifiuti attraverso degli incentivi che assumono la forma di verdura. Oggi il progetto è in difficoltà proprio a causa del suo successo.
“L’obiettivo principale del progetto è che la gente impari a separare, depositare e valutare gli scarti che producono,” ha detto Liliana Balcazar del Ministero dell’ambiente, che gestisce il mercato, che di solito viene installato in un parco centrale, anche se ogni due mesi la location si cambia. Liliana Balcazar dichiara che il mercato ogni volta riesce a raccogliere 12 tonnellate di rifiuti. “E’ stato sempre popolare”, ha detto, “ma ora è sovra carico”. I riciclatori consegnano la loro spazzatura ai dipendenti pubblici, che pesano i sacchi ed in cambio danno dei buoni che vanno scambiati poi per ortaggi coltivati dagli agricoltori alla periferia della città. I nuovi fan del mercato – che vanno da un architetto con un carrello pieno di bottiglie di vino ad una donna indigente che trascina un mucchio di cartone – ammettono che il mercato non potrà mai risolvere il problema di come gestire 12,000 tonnellate di spazzatura che la città produce ogni giorno. Dal momento della chiusura di una enorme discarica all’inizio dello scorso anno, poco prima che il mercato fosse aperto, la spazzatura è stata trasportata negli stati confinanti, il tutto ad un costo considerevole. Non c’è alcun segno degli impianti hi-tech ecocompatibili per il gestione dei rifiuti che da anni sono stati promessi. Ciò nonostante, i fan più fedeli del mercato ritornano mese dopo mese, molto spesso con amici o famigliari. “Vale veramente la pena”, ha detto Erika Rodriguez, una visitatrice regolare, accompagnata dalla madre. “Una volta iniziato è difficile smettere” aggiunge un altra. “Per noi è una cosa fantastica”, ha detto il piccolo proprietario Axel Castaneda spazzando via steli di barbabietole: oggi ha venduto tutto. “Il prezzo è buono, e il volume è grande.” Ma alcuni di quelli che consegnano il loro riciclo sono a volte delusi, perché la varietà e disponibilità di frutta e verdura finisce presto la mattina. Quelli che arrivano tardi non riescono scambiare i loro buoni perché tutto già terminato.
Un funzionario, circondato da uno di questi gruppi di delusi, infelice perché torna a casa con solo ravanelli e pomodori ha chiesto loro di capire la situazione. Il mercato , ha detto, è ” un progetto educativo non è un sostitutivo della normale raccolta di rifiuti ” .
Fonte: The Guardian, traduzione AIOL