Lignano vive di contraddizioni. Sempre più. Bella e orrenda nello spazio di metri. Vi convivono turisti comode lucertole e avvizzite sardine, ombrelloni giganti e ombrelloni smagriti. La passeggiata, a Lignano, è una meraviglia. Poi, d’improvviso, compare un’auto e ti fa spostare: non è pedonale nulla, qui, neanche il mare: orde di animali di gomma, di tette culi e labbra di plastica, alghe. A Lignano c’è tanta gente fuori ma è vuoto dentro. Nei locali, lamenti. Nei negozi, sospiri. Io sto nei negozi: prezzi corretti, merce rara, si compra bene. Mangiare, invece, costa: troppo. Troppo per quello che mangi: mai benissimo. A Lignano, un anno fa poco meno, hanno ucciso due persone. Mezzo pieno, quest’anno. Mezzo pieno.