
- "Mi chiamo Bloody Mary", di Emiliana De Vico
Un libro che mi ha sorpreso molto. Coraggioso, diverso dal solito. Anche se la mia parte preferita è sicuramente la prima: mi ha fatto quasi rimpiangere di non essere mai stata alcolista, anche se non era certo questa l'intenzione dell'autrice. (Non che avrei mai potuto essere alcolista: un solo Cuba Libre basta a piegarmi sulla tazza del water). Ma il mondo confuso e incapace di toccarti, di toccarti dentro — quello in cui vive la protagonista nella prima parte del libro, ha avuto su di me una sorta di oscuro fascino.
«Puoi mostrarmi come si fa l’amore? Sai, penso di avere sempre e solo scopato in vita mia.»
Se vi va, leggete questa recensione de La mia biblioteca romantica, molto più articolata e sensata di questo mio sproloquio dovuto alla SPM, e data un'opportunità a questo libro. Secondo me lo merita davvero.