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Mi chiamo Claretta Ferrarini, sono borghigiana del sasso e ho scelto di unirmi alla lista di RIGONI

Creato il 27 aprile 2014 da Bernardrieux @pierrebarilli1

Mi chiamo Claretta Ferrarini, sono borghigiana del sasso e ho scelto di unirmi alla lista di RIGONIMi dicono che devo presentarmi, almeno per i giovani che non mi conoscono. Orbene: mi chiamo Claretta Ferrarini, sono borghigiana del sasso e sono la più anziana della lista. Di me non si può certo dire ca’n g’ho né fiö, né cägnö, perchè ho quattro figli e sono nonna di tre nipoti adulti. Sono una scrittrice vernacolista e, da una vita, mi interesso alla cultura, al dialetto, agli usi e costumi, al folclore e alla cucina della nostra città, divulgandoli attraverso quindici anni di volontariato alle radio locali, attraverso l’isegnamento nelle scuole; tenendo relazioni pubbliche sul dialetto accompagnate da recital, ovunque venissi chiamata. Ho dato alle stampe cinque libri su vari argomenti, nei quali ho cercato di dare dignità letteraria al dialetto dotto della nostra isola linguistica, specie con la traduzione delle Sacre Scritture. Tengo a dire che il ricavato delle vendite è andato a sostegno di cinque Associazioni della nostra città. Sono molto dispiaciuta che i nostri giovani vengano privati dell’importante aspetto culturale che offre la conoscenza profonda, grammaticale ed etimologica del dialetto indigeno, solo perché le famiglie di pochi studenti lo ritengono una lingua che non appariene loro. E nüätar chi sùmia? Ho dimostrato il mio legame viscerale con Borgo, anche quando nel 1982 ho accettato di vestire il costume della Maschera della Città creando un legame tra i cittadini e le autorità. Per questo pluridecennale lavoro, nel 2012 il Sindaco Mario Cantini ha voluto insignirmi dell’onorificenza di Cittadina Benemerita che ho ritenuto un grande dono. Ritengo che i fidentini, tali da tante generazioni, abbiano il diritto di primogenitura, beninteso, senza che gli altri debbano soffrire o sentirsi figli di un dio minore. Sono convinta che la politica non vada sfruttata, ma vada esercitata come un atto di libertà per difendere la propria comunità, la quale, però, dovrebbe stabilire che, ad ogni diritto di un cittadino, corrisponde un dovere di ugual misura. Sono d’accordo nell’aiutare chi ha bisogno, sì, ma fino a quando, il beneficiato, non faccia del suo “bisogno questuante” un mestiere. Non mi piacciono le persone, indigene e non, le quali aspettano che la manna cada dai merli del Municipio ed esorto tutti a muästèr èl ciapi. Cosa prometto? Änienta. Cosa riusciro a fare? Ciò che appartiene alle mie competenze, come ho sempre fatto. Ho scelto di unirmi alla lista di RIGONI quando ho capito che non sarei stata una delle tante pecore in un gregge, menato a dritta e a manca dal pastore e dal suo cane, ma avrei potuto, come ogni altro candidato, esprimere l’amore per la mia Borgo e le mie pur modeste intenzioni. Ädèssa fè vüätar. http://feeds.feedburner.com/BlogFidentino-CronacheMarziane

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