E si va in scena. Le voci ed i volti di chi vive l’attuale periodo di sacrifici, lavoratori e imprenditori disperati, ma lucidi, accusano il Cavaliere e la sua politica di averli strozzati e di non consentire loro la possibilità di produrre e offrire lavoro. Berlusconi dopo aver costruito un impero ha condotto l’Italia nella crisi, eppure il suo nobile obiettivo è tutt’altro, come del resto il senso di responsabilità: ” Ho guardato con dolore quasta situazione in cui oggi ci troviamo, io avevo già abbandonato la politica, restavo come padre fondatore, volevo costruire tanti ospedali per bambini e università per i giovani, ma non ce la farò, perché mi devo dedicare a governare il paese”… E con nostalgia ascoltiamo le frasi del passato: “la crisi è un fattore psicologico…l’Italia è la settima economia del mondo, la vita in Italia è la vita di un paese benestante, i ristoranti sono pieni e l’Italia non sente qualche cosa che possa assomigliare ad una grave crisi”… Nessuna responsabilità: ” È stata una crisi internazionale curata molto male, dal governo dei professori”… che dopo essersi montati la testa si sono spostati a poco a poco a sinistra allontanandosi dalle prerogative che Berlusconi ed i suoi avevano dato per continuare a sostenerl. E non possono mancare le congiure della magistratura e l’impossibilità di agire perché gravato dal vincolo della Costituzione che non elargisce copiosi poteri decisionali al Presidente del Consiglio. E l’accerchiamento dei piccoli partiti che fanno opposizione abrogando tutti i disegni di legge e l’invidia della sinistra che mal digerisce il successo dell’imprenditore. Nulla di nuovo, dunque, un copione imparato a memoria, parola per parola e detto e ridetto un pò ovunque. Il diverso è dato dalla constazione di trovarsi difronte ad una farsa umana, per nulla divertente, se ci rammentiamo che il personaggio ha influito e potrebbe ancora influire sulle nostre vite. Il Cavaliere non ha chiesto scusa per nulla, ha difeso l’operato dei suoi governi e trovato anche spazio per le solite promesse elettorali con tanto di lotta alla mafia. Nemmeno sull’introduzione dell’Imu c’è stata alcuna marcia indietro. Ha perfino difeso “l’onesto” Dell’Utri “padre di famiglia”. Niente di cui vergognarsi per il Cavaliere.
Uscendo di scena a riflettori spenti ma, audio acceso, non manca di mettere in allerta i giovani, concedendoci la perla finale della sua saggeza: ” Ragazzi non fatevi infinocchiare da questo qua”!
A chiudere, come da tradizione, è Vauro con le sue vignette.
Questa in sintesi la dinamica di come si è svolta l’attesa puntata di Servizio Pubblico. Ora attendiamo l’appuntamento elettivo dove gli italiani potranno decidere se riaverlo al governo del nostro paese.