come un fauno in pensiero
la scelta dei denti su cui danzare
le labbra da far lacrimare scelse il marmo della sua storia
incise le volontà senza spine
chiuse la porta al vento
e si suicidò senza rumore
Abbiamo avuto a che fare
con indecenze che scoppiano nelle tasche
con quelle silenziose sibilanti come pupazzi a molla
ma nessun crimine avrebbe potuto renderci così divini
non siamo mai entrati da quella porta
non abbiamo mai cambiato l’ora dei dubbi
Ed ora bussano e non sappiamo se aprire
la polizia della vergogna vuole colpevoli
e noi siamo i peggiori indiziati
non abbiamo ancora aperto a nessuno
non abbiamo ancora parlato con nessuno
Sono secoli ormai
che siamo rinchiusi qui dentro
con un sorriso ormai morto
spirato tra le nostre mani
e la polizia ancora cerca di entrare
ma non abbiamo ancora aperto
ma non abbiamo ancora aperto