Mi faccio gli occhiali di Leonardo...riciclando le radiografie

Da Ka
Stavo cercando di farmi l'ennesimo paio di orecchiniusando un materiale strano...le radiografie vecchiee mi viene un lampo di genio. Perche' non provare a farmi gli 
occhiali foratistenopeici per guardare la tv o per leggere ?Cosi' dopo aver ritagliato una forma  giusta , ho preso un cuscino da appoggiare sotto alla radiografia e con molta pazienza ho iniziato a bucherellare con un ago appuntito tutta la superficie cercando di disporre i fori a nido d'ape.Dovete solo provare per rimanere sorprese, questi occhiali non sono curativi ma aiutano l'occhio a fare una ginnastica benefica e sono utili soprattutto la sera se volete alternarli ai vostri abituali occhiali per vedere cose luminose come la tv, il computer ma non  usateli se siete in movimento o all'aperto.
I fori fanno si' che i raggi luminosi che raggiungono la retina siano tutti paralleli e non necessitino di accomodazione per cadere direttamente sulla fovea, consentendo cosi' una migliore acuita' visiva a chi ha problemi di vista.I fori inoltre obbligano l'occhi a cercare la luce attraverso di essi, favorendo dei micromovimenti oculari continui che sono un'ottima ginnastica passiva ai fini della riabilitazione e del rilassamento della muscolatura che circonda l'occhio, mentre le lenti da vista o abitudini visive scorrette tendono a irrigidire questi muscoli con conseguenze negative sull'efficienza visiva.
attenzione, questo sistema non e' rieducativo.




ah dimenticavo, se vi fate questi occhiali "da sole" risparmiate circa 60 euro.
facciamo un bracciale con le radiografie

l principio di funzionamento del “foro stenopeico” è molto semplice e fu Leonardo Da Vinci [ 1500 circa ] il primo scienziato ad accostare la “camera oscura”, che sul foro stenopeico si basa, all‘occhio umano e al suo funzionamento. Il foro stenopeico lascia passare solo una parte dei raggi luminosi, eliminando quelli più obliqui. In questo modo la quantità di luce diminuisce, ma la “profondità di campo”, e cioè la quantità di nitidezza del campo visivo, aumenta. Gli oggetti che prima erano “fuori fuoco” ora diventano più nitidi, sebbene più scuri.
Applicato davanti all’occhio, mediante una conformazione “a reticolo piramidale”, il foro stenopeico elimina la gran parte dei raggi obliqui, quelli che formano i cerchi diffusivi sulla retina e che sono causati dall’errore rifrattivo, facendo passare solo quelli paralleli, che non hanno bisogno di essere rifratti, cioè messi a fuoco, e quindi giungono nitidi sulla superficie della retina, contribuendo ad eliminare il fastidio che gli oggetti fuori fuoco causano a chi guarda. 


"Il foro stenopeico è un buchino. E' fatto d'aria e intorno ha soltanto della plastica. Guardando attraverso questo foro, chi ha difetti di rifrazione ci vede meglio che a occhio nudo, perché la luce è resa tale da essere proiettata direttamente sulla fovea senza che sia necessario l'intervento del meccanismo di accomodamento. Il primo a inventare il foro stenopeico, milioni e milioni di anni fa, è stato il mollusco Nautilus; si dev'essere trovato bene perché continua a usarlo: ogni suo occhio è provvisto di un'apertura circolare che si allarga e si restringe per focalizzare oggetti a distanza diversa. Per quanto riguarda gli umani ancora una volta ci sono arrivati per primi i cinesi, nel V secolo a.C. Soltanto dopo Aristotele e gli arabi ci arrivò anche l'occidente, grazie al buon Leonardo da Vinci." (tratto da "Preferisco vederci chiaro... e riuscirci senza lenti" di Loredana De Michelis - Amrita Edizioni)

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