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Mi imbarcai su un cargo battente bandiera liberiana

Creato il 16 luglio 2010 da Mcnab75

Mi imbarcai su un cargo battente bandiera liberiana

Visto che ultimamente a qualcuno sono sembrato troppo anti-italiano, lamentoso e rompiscatole, voglio rimediare con un post più positivo, seppur, come vedrete, un po' malinconico.

Partiamo dal presupposto: da tempo sto sparando a zero sul cinema di genere italiano, compresi cortometraggi e serial TV. Ho il dente avvelenato anche contro un'editoria che vedo sempre più prona ad arrendevoli strategie di mercato (anche se rimango convinto che, alla lunga, non pagheranno affatto). Ce l'ho coi fumetti italiani, incapaci da secoli di svincolarsi da schemi e tematiche che appartengono davvero a un'altra epoca. E, tutti i giovani talentuosi che ci sono, vengono schiacciati dal sistema più chiuso che si riesce a immaginare.

Sì, c'è l'ho con 3MSC, libro e film, con tutta la filosofia d'accatto che accompagna questa sorta di robaccia dal valore pari allo zero. Non ne posso più di telefilm con liceali interpretati da attori di 25 anni, accompagnati da tutta una serie di stereotipi così abusati che s'intuiscono addirittura in anticipo, in una sorta di riflesso pavloviano paranormale.

Eppure ci sono dei film italianissimi che, voi non lo sapete, io adoro tanto quanto i solito horror etc etc di cui blatero qui sul blog. Sveliamo dunque gli altarini, giochiamoci un po' di reputazione, e vediamo che effetto fa.

Io sono un fan sfegatato di Carlo Verdone, specialmente tutto quello che va da Un sacco bello ad Al lupo al lupo. Ma non disdegno nemmeno qualche suo film più recente, come Ma che colpa abbiamo noi e L'amore è eterno finché dura.

Sì, sono uno di quelli che imparano a memoria le battute di Ruggero, Furio e di Rolando in quel capolavoro che è Acqua e Sapone. La mia ammirazione per il Verdone che fu va però ben oltre la mimica da cabarettista e i personaggi coatti. Trovo nella sua regia un modo molto delicato (sì, delicato) di miscelare umorismo divertente, disamina sociale e malinconia. Lo affermo e lo ribadisco, perché molti dei personaggi interpretati da Verdone sono in fondo dei disadattati, dei solitari. Solo che, a differenza dei film di cui parliamo di solito, qui appaiono buffi, non pericolosi. Fanno tenerezza tanto quanto fanno ridere.

Anche il Verdone più maturo ha dei pregi notevoli. Non a caso la sua punta massima, a mio modesto parere, la tocca in Compagni di scuola, complice un sapiente gioco sulla nostalgia dei migliori anni della vita di ciascuno di noi, quelli della gioventù. Ecco, questo film è forse la summa più elevata dei temi che il regista romano ama toccare.

Non male anche la messa in scena dei patemi tipici di una generazione X di cinquantenni cresciuti tra tranquillanti, vita sentimentale instabile e ricerca della giovinezza passata. Pellicole quali Sono pazzo di Iris Blond e Maledetto il giorno che ti ho incontrato appartengono a questo filone, meno apprezzato ma pur valido.

Peccato invece per le derive recenti. Nessun commento sul pessimo remake di Bianco, Rosso e Verdone (Grande, Grosso e Verdone), pollice bassissimo anche per Italians e Manuale d'amore. Già meglio Io, loro e Lara. Purtroppo però l'attuale Verdone non dispone più di quegli ottimi caratteristi che riempivano in modo eccezionale i suoi film: Mario Brega, la Sora Lella, Angelo Infanti, Fabrizio Bracconieri. Un'intera categoria di attori è stata completamente abolita dal cinema italiano, e i risultati purtroppo si vedono.

Mi imbarcai su un cargo battente bandiera liberiana

Oltre a Verdone, nutro un'ammirazione smodata per Aldo, Giovanni e Giacomo prima maniera. La loro produzione cinematografica è stata praticamente perfetta fino a Chiedimi se sono felice. Poi, da lì in poi, hanno subito un tracollo di idee che a quanto pare non è stato ancora arginato.

AG&G hanno il grande pregio di saper tradurre in immagini un sentimento di cui tanto si parla, ma che spesso passa in sordina per far strada al “solito” amore: l'amicizia. Ebbene sì, Tre uomini e una gamba, Così è la vita e Chiedimi se sono felice sono film sull'amicizia. Tutti narrati con ampi intermezzi comici, spesso anche demenziali, ma mai privi di anima e di spessore.

E poi c'è dell'altro, che ben si amalgama nei titoli appena citati: la temativa del road movie (Tre uomini e una gamba), le scelte di vita che ci troviamo ad affrontare (in quanto a persone e in quanto amici) davanti a bivi difficili da scegliere, gli scherzi e le opportunità del destino (Così è la vita), le incomprensioni che rovinano anche i rapporti più consolidati (Chiedimi se sono felice).

Tutto senza pesantezze e melodrammi tipici di certe pseudo-commedie all'italiana, mai capaci di prendere le cose con “seria leggerezza”, come invece AG&G sapevano fare.

Molto meno belli, almeno secondo i miei gusti personali, i titoli successivi, che perdono parte di questa poetica comica, giocando più sugli sketch teatrali o sul surreale. Tuttavia non ho perso certo la fortuna di rivedere un altro film in puro stile Tre uomini e una gamba.

Ecco, questo è il mio lato splendente della Luna.

Stupiti? Delusi? Perplessi?

Così è, se vi pare.
 


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