È iniziato il countdown.
Arriva Tarantino.
Bisogna essere pronti, accoglierlo come merita, dobbiamo abbracciarci e farci forza, per non scaricare quel torrent malefico che circola. Non lo faremo, perché siamo gente per bene. Però soffriamo.
Venite qua, stringiamoci.
Cosa posso fare, nell'attesa?
Stephen Fry mi sta leggendo Harry Potter, vado a lavorare, guardo Macbeth.
Ma non basta.
Mi devo avvicinare al territorio, per soddisfare questa fame che ancora per qualche giorno mi disturberà il sonno.
Da qui, la voglia di recuperare Bone Tomahawk.
Se non altro, c'è Kurt.
Premessa: l'unica cosa che so del cinema western è che non so niente del cinema western.
Sto pensando al recupero di qualche gigaclassico ora che Leone si trova su Netflix, ma non garantisco che me ne sentirete parlare da queste parti.
Bone Tomahawk parla di quattro compari che partono in missione per salvare la moglie di uno di loro da un clan di indiani cannibali che l'ha rapita.
Va bene se la riassumiamo così? Perché lo dovete vedere a prescindere da qualsiasi cosa io possa scrivere in questo ignorantissimo post.
Se il film contiene citazioni speciali o caratteristiche comuni al genere io, per i motivi di cui sopra, non le ho colte. Il mio giudizio è basato su una visione vergine.
Vi dirò di più: il film a cui mi verrebbe da accostarlo è Il signore degli anelli.
Dai, anche stavolta il defollow ve l'ho servito su un piatto d'argento.
Si parte in un luogo tranquillo (non ameno come la Contea, ve lo concedo), e una serie di eventi di apparente poca importanza portano all'inizio di un'avventura.
Se di là avevamo la scomparsa di Bilbo con conseguente ritrovamento dell'Anello, qui abbiamo uno sceriffo che ferisce un presunto criminale e la pseudo dottoressa del luogo che lo deve curare, con conseguente rapimento di tutti i soggetti coinvolti.
Inizia un viaggio, in entrambi i casi, e se per un momento sembra che la destinazione sia la cosa più importante, ci vorrà poco prima di capire che in realtà è la strada a conquistare. Lenti fino all'esaurimento nervoso entrambi, il primo per prenderti di peso e trasportarti (con incredibile successo) altrove, il secondo per farti diventare 'amica' dei quattro. È lungo la strada che li conosciamo realmente, che impariamo ad apprezzarli, che prendiamo per mano Chicory e iniziamo a volergli quel bene forte che si vuole solo ai personaggi così reali.
E la questione della lettura nella vasca da bagno? I feel you, old man.
Come nell'incredibile lavoro di Tolkien, poi, (e badate bene che non li sto paragonando, va bene che questo è bello e c'è Kurt Russell, ma quello là è un mastodontico capolavoro di quelli da farti sudare freddo) è la Compagnia la vera protagonista. Non in quanto insieme di persone, ma in quanto legame che nasce tra chi vive certi sentimenti insieme.
E pensi: 'Oh, cavolo, interessante, elegante sto film, chissà dove mi porta.'
Spoiler, vi porta in un lago di sangue.
Dalla raffinatezza del panciotto di Kurt e dalla bellezza degli abiti di queste donne del West, si arriva al gore estremo (una scena in particolare che se, come me, starete mangiando i vostri biscottini di soia durante la visione, ve li farà posare), capace di mettere a dura prova anche chi credeva di avere già visto le peggio cose (non io, le peggio cose sono ancora lontane da me).
Oddio, io speravo che dopo Salò sarebbe stato per me tutto in discesa, e invece no.
Mi copro ancora gli occhi inorridita come una signorina.