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Mi piace guardare. Peter Sellers Oltre il giardino

Creato il 19 marzo 2011 da Spaceoddity
Chissà cosa direbbe ora Chance, il giardiniere, se oltre il giardino della sua vita vedesse un mondo accapigliarsi attorno alla stessa guerra che ha rapidamente deliberato. Lui che guarda il tempo passare attraverso i programmi spazzatura, attraverso inviti a una plastica solitaria della propria vita e prova a cambiarla con il telecomando, indifferente di fronte all'immutabile.
Mi piace guardare. Peter Sellers Oltre il giardinoChe un Peter Sellers - famoso, instabile e geniale - abbia dato vita a questo tardivo personaggio nel 1979 incanta e non stupisce. Ma Chance è più di un fantastico essere esiliato Oltre il giardino: nella pellicola firmata da Hal Ashby - il cui titolo originale, Being There, è insieme più evocativo e concreto - Chance è più di una possibilità.
L'estraneo vagabondo inadatto e furiosamente comico dell'indimenticabile Hollywood Party diventa qui un personaggio bloccato all'atto della sua creazione, costretto a sradicarsi dalla fantasia del suo autore morto troppo. Il "vecchio" demiurgo che voleva un personaggio tutto per sé, senza dichiararlo a quel buffo teatrino del mondo e alla sua anagrafe, lascia senza un perché il suo giardiniere: questi finisce con l'arrampicarsi su un mondo che non lo capisce, non lo giustifica, ma si accapiglia intorno al suo buffissimo candore, spostando sul piano allegorico l'unica dimensione propria a Chance, quella vegetale.
Chance non solo non fa nulla per intervenire sul mondo così com'è oltre quella televisione: telecomando alla mano, rimane immune alla vita, che non lo riesce a scalfire o, tanto meno, a sorprendere. La prospettiva senile di questo penultimo protagonista di Peter Sellers azzera la novità del mondo in quanto tale, regalando allo spettatore-bambino stranianti momenti di puro spasso nella più drammatica e, a tratti, mélo vicenda che si potesse immaginare per un simile burattino di viscerale follia (e adorabile la Shirley MacLaine che accompagna Sellers in questa pellicola!).
Mi piace guardare. Peter Sellers Oltre il giardinoChance (il) Giardiniere, per un'idiosincrasia retorica di antonomasia e metafora, viene privato del suo mestiere, storpiato nel nome e insieme vede l'attività per cui è stato "inventato" trasformarsi in un improbabilissimo cognome. Non rimane quasi nulla di quella possibilità che l'autore-che-fu volle darsi con questo impassibile giardiniere: l'idea del vecchio era una storia che non viene raccontata, è il personaggio che resta a guardare, da qualunque angolo visuale, il mondo costruito ad arte del piccolo schermo, mentre diventa a sua volta spettacolo, interrogativo e scommessa di un mondo che non sa spiegarsi né la sua presenza folgorante né l'oblio senza tempo caduto sulla sua storia.
Chance si allontana, incompreso nella realtà delle sue parole, con passo messianico, leggero e concreto, dalle incomprensioni che ha causato con la sua innocenza umana e senza compromessi con un mondo sordo: il giardiniere rimane sospeso a pelo d'acqua, la silhouette stessa di Peter Sellers, mentre tutto il resto vi affonda fin tanto che lui lo vuole, autodeterminandosi così, senza planare con la leggerezza degli angeli, senza ritagliarsi in qualche astratta sagoma di Magritte, ma camminando, come fanno tutti gli uomini.

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