Controversa è l’ ipotesi secondo cui la lingua parlata influenza le nostre capacità cognitive.
Una ricerca di Peter Gordon psicologo della Columbia University di NY, ha condotto sulla popolazione amazzonica dei Piraha sembra però confermarla.
I Piraha non hanno parole per indicare numeri superiori al 2 ( per il numeri dal 3 in poiusano la parola “tanti ).
Messi di fronte al compito di appaiare gruppi con più di3 oggetti in base al loro numero, non erano in grado di farlo, né erano in grado di imitare gesti che prevedevanola ripetizione di un movimento ( per esempio battere il piede per terra) per più di tre volte.
I Piraha,popolazione dell' Amazzonia di circa trecento individui distribuiti su otto villaggi lungo le sponde del fiume Maici.
La loro lingua, che riprende il nome della popolazione, è di difficile comprensione. Complicata perché una parola ricopre più significati.
È composta da 7 consonanti e 3 vocali e può essere oltre che parlata, anche fischiata dai cacciatori della giungla.
Inoltre si conta solo fino a 2; per quantità maggiori si utilizza un concetto simile a "molti".
Avrebbero una sola parola per padre e madre, nessuna possibilità di esprimere una frase che contiene una frase subordinata. La lista di queste radicali povertà linguistiche è lunga. I Piraha adulti sono strettamente monolingui e incapaci di apprendere qualsiasi altra lingua. Ma c' è ben di più. I Piraha non si curano di tracciare relazioni di parentela oltre quella con i propri fratelli e fratellastri, non hanno alcuna concezione che il mondo sia esistito prima che fossero nati i più anziani del villaggio, che una piroga e i suoi occupanti continuano ad esistere anche dopo aver svoltato la curva del fiume, sparendo dalla vista.