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Mi piaci da morire di Federica Bosco

Creato il 27 agosto 2011 da Nasreen @SognandoLeggend

Federica Bosco; 

Federica
Federica Bosco è scrittrice e sceneggiatrice. Appassionata di yoga e convinta sostenitrice dell’alimentazione vegan a cui sottopone parenti e amici, ultimamente sta anche imparando a fare il pane («Con i tempi che corrono è bene avere un  mestiere in mano!»). Potete leggere di lei nel suo blog all’indirizzo www.federicabosco.com.
Con la Newton Compton ha pubblicato Mi piaci da morire, L’amore non fa per me e L’amore mi perseguita, tre romanzi con Monica come protagonista, e Cercasi amore disperatamente: tutti hanno avuto un grande successo di pubblico e di critica, in Italia e all’estero. È anche autrice di uno spassosissimo manuale di sopravvivenza per giovani donne: 101 modi per riconoscere il tuo principe azzurro (senza dover baciare tutti i rospi).

 

Mi piaci da morire di Federica Bosco
Titolo: Mi piaci da morire
Autore: Federica Bosco
Edito da: Newton Compton Editori
Prezzo: 9.90 euro
Genere: Sentimentale
Pagine: 187 pag.
Voto:
Mi piaci da morire di Federica Bosco

Mi piaci da morire di Federica Bosco
Mi piaci da morire di Federica Bosco

Trama: Monica ha 31 anni, vive a New York ed è… cronicamente single! Lavora per due acide vecchie zitelle in un negozio di stoffe pregiate, ma il suo sogno è diventare una scrittrice, come Salinger, autore per il quale ha una vera e propria passione. Convive con una cantante di colore esperta di astrologia e un gay che vorrebbe adottare un bambino, e tutti gli appuntamenti al buio che gli amici le organizzano finiscono puntualmente in disastri sentimentali. Almeno finché…
Questo romanzo, fresco e ironico, unisce a uno stile frizzante un tocco di leggerezza tutta femminile: le (dis)avventure di Monica vi piaceranno da morire!

Recensione:

Recensione di Debora

Credo che il segreto di Federica Bosco sia la semplicità e la verità che si trovano nelle sue storie. Scrive libri che ti toccano perché raccontano semplici fatti quotidiani di persone normalissime con le quali ti puoi identificare. Infatti in Mi piaci da morire  non succedono fatti eclatanti o fuori dalla normalità. Questo non rende il libro banale (perché, diciamolo, questo rischio poteva esserci) ma lo rende alla portata di tutti, in particolare delle ragazze trentenni che si trovano nel limbo tra l’età adolescente e quella adulta. Un’età fastidiosa perché è un’età in cui, se non hai una relazione stabile e un lavoro che ti assicuri di arrivare a fine mese, ti puoi sentire una fallita. Ma non tanto perché tu ti senti fallita ma perché gli altri ti fanno sentire così… il peso delle responsabilità! Sorrido quando vi dico questo perché comunque tutto ha in sè dell’ironia, ma certo c’è anche della verità.

Federica Bosco è semplice anche nella scrittura; utilizza frasi chiare e brevi, con molti dialoghi, inserendo quà e là citazioni tratte da film, nomi di attori famosi e di serie televisive altrettanto note.

Non si può non amare Monica, la protagonista di questo libro, una trentenne alle prese con le sfighe della vita. Una Bridget Jones all’italiana. Naturalmente ci deve essere anche un principe azzurro che, però, per complicare un po’ la vita alla nostra Monica, proprio azzuro non è. In questa storia dunque non avremo solo modo di ridere ma anche di riflettere, poiché, nonostante la leggerezza e la freschezza del romanzo, Federica Bosco vuole farci capire cosa realmente c’è nell’atteggiamento di Monica. Lei si sente “sfigata”, eppure se si fermasse un istante a guardarsi attorno capirebbe che è fortunata, perché accanto a lei ci sono persone che la amano e la accettano così com’ è.

C’è poi anche lo spazio per parlare dell’omosessualità, rappresentata nel romanzo dal personaggio di Mark, coinquilino di Monica, un gay estremamente altruista e simpatico. Federica da un importante spazio a questo ragazzo nel romanzo, esaltando le sue caratteristiche positive e originali.

Veramente un bel libro a poco prezzo, anche se si legge in un’ora perché le pagine sono spesse e le dimensioni del carattere sono grandi. Solo verso la fine della lettura ho però scoperto che si tratta di una saga, ahimè!, e naturalmente sarò vittima anche di questa. Come non proseguire con le disavventure di Monica? Quattro stelline e non cinque solo perché non ho pianto e perché dopo aver letto Innamorata di un angelo so che questa autrice può dare di più!


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