Mi ricordo – Joe Brainard

Creato il 26 luglio 2014 da Nasreen @SognandoLeggend

Mi ricordo

di Joe Brainard

  Titolo: Mi ricordo
Autore: Joe Brainard (Traduttore: Thais Siciliano)
Serie: //
Edito da: Lindau
Prezzo: 14,00 €
Genere: Autobiografico
Pagine: 168 p.
 

Trama: Nell’estate del 1969 Joe Brainard comincia a scrivere un testo assolutamente originale. Si tratta di una serie di ricordi che spaziano dal dato puramente autobiografico e personale a personaggi e situazioni dell’immaginario collettivo, introdotti sempre dalla stessa formula: “Mi ricordo”. Il risultato potrebbe riuscire noioso, se non altro perché ripetitivo, o anche banale, ma non è così. La potenza evocativa del testo di Brainard trascende il semplice accumulo di memorie del passato per trasformarsi sotto i nostri occhi in una storia di formazione e nel ritratto vivace, tenero e pittoresco di un uomo di rara sensibilità, dalla prima infanzia fino all’inizio degli anni ’70. “Mi ricordo” è un tuffo nella cultura e nel costume americani – attrici e presentatori, mode e abitudini che ai giorni nostri possono far sorridere, prodotti ormai introvabili e personaggi stravaganti -, ma rappresenta soprattutto uno sguardo ravvicinato sulla realtà quotidiana e sui pensieri di un artista profondamente consapevole di sé, che si mette a nudo senza imbarazzi né falsi pudori, con un’innocenza e un’autoironia assolute. In apparenza senza un ordine riconoscibile, ma in realtà legati da nessi e richiami evidenti, i ricordi costituiscono una sorta di diario intimo, di stenografia esistenziale. Prefazione di Paul Auster.

di Livin Derevel

Chi era Joe Brainard? Un pittore, un poeta e uno scrittore americano. Ignoto alla stragrande maggioranza del popolo italiano, Brainard è stato un artista eclettico, composito, che si è dedicato alla scrittura, agli assemblaggi, ai collages, ai disegni, ai dipinti, infondendo nelle sue opere frammenti di sé riconoscibili grazie a una caratterizzazione pregnante, inusuale, che ci mostra quanto un’identità lontana dalla nostra possa aprirsi con una facilità disarmante e farci entrare in una sfera che non conosciamo ma in cui riusciamo a trovarci perfettamente a nostro agio.

Mi ricordo non è un libro “comodo”. Non è di facile identificazione, non ne è immediatamente chiaro il significato, e per chi non è in grado di sintonizzarsi sulla medesima frequenza dell’autore è difficile capire il perché di questo scritto, che all’apparenza è un elenco di futilità – tra l’altro per la maggior parte incomprensibili ai lettori del Belpaese.

Ci pensa quindi l’accorata prefazione di Paul Auster a darci la chiave di volta. Auster ci regala una panoramica, con parole eleganti e appassionate, della vita di Brainard, della sua personalità, della sua arte e del suo pensiero, un riepilogo stringato ed empatico che racconta vicissitudini e ragioni, riflessioni e perché di un uomo sfaccettato.

Auster ci introduce anche al gioco intavolato da Brainard, il gioco del Mi ricordo. Ricordi brevi, spezzoni, visioni, sogni, ricordi di famiglia, della società, di sesso, di dettagli, di crescita, di considerazioni, o dei motivi dalle quali esse sono scaturite.

Personalmente l’ho trovato un testo di grande impatto emotivo.

Come dice lo stesso Auster: “Scrivete le parole «Mi ricordo», fermatevi per un momento o due, date modo alla vostra mente di aprirsi, e inevitabilmente ricorderete, con una chiarezza e una specificità che vi stupirà.”.

Brainard ha aperto la sua mente, ci ha aperto la sua mente permettendoci non solo una sbirciata, ma una visuale dell’interezza, dell’intimo, dei momenti fondamentali che hanno segnato ciò che era lui, e gli eventi che uno dopo l’altro hanno contribuito a renderlo una persona, un genio, un dispensatore.

Eventi, alcuni più eclatanti, altri molto meno, ma di uguale importanza; proprio perché i particolari che a qualcuno possono sembrare insignificanti a qualcuno, per altri invece sono epifanie. I Mi ricordo dell’autore sono tasselli di un mosaico variopinto, hanno gli angoli smussati oppure affilati, sono piccoli quanto un coriandolo o grandi quanto una mano, taluni sono incomprensibili, talaltri potremmo averli scritti noi, e tutti insieme formano un percorso dall’apparenza normale, banale, ordinaria, e che eppure fa un suo effetto.

È la costruzione dell’esistenza di Brainard, i suoi ricordi costituiscono le sue svolte, i suoi paletti, i punti fermi e i cambiamenti, e ci vengono dichiarati senza censure né imbarazzo, in una biografia originalissima e geniale che va letta riga per riga per poi passare agli spazi bianchi dove si cela il resto, dove sono i collegamenti invisibili, inconfessati e talvolta irrazionali che fanno parte della natura di ogni essere umano.

Beh, non c’è bisogno di specificare che questo libro mi è piaciuto. Per il suo carattere intrinseco e intenso, non automatico, che mi ha spinta a guardare una realtà che non mi appartiene con gli occhi di chi ha scritto, cercando di immedesimarmi nella sua relazione con gli oggetti, i nomi, gli accadimenti e tentando di metterli a confronto con il Joe Brainard conosciuto, pubblico.

Seme di senape in una sfera di cristallo

Come ho detto prima, la lettura non è esattamente “comoda”: com’è ovvio i riferimenti a prodotti e personaggi, e citazioni di film e canzoni di stampo tipicamente statunitense sono numerosi, emblemi di un ambito vintage (stiamo parlando degli anni ’70) lontano dalla nostra, e perciò la casa editrice Lindau ha giusto pensato di creare su un profilo Tumblr una guida visiva ai riferimenti, dando modo a chiunque di comprendere appieno i perché e i percome, e di calarsi meglio in un’atmosfera yankee stravagante che ha fatto la storia – e Brainard con lei.

L’esercizio del Mi ricordo è ormai in uso in quasi tutti i corsi di scrittura, e devo dire che si tratta di una trovata ingegnosa quanto creativa, nonché inaspettatamente… utile.

Mi ricordo è un diario spensierato e oggettivo, è un ritratto gentile di un personaggio unico, che nella linearità di una lista di frasi ha saputo ripercorrere il passato con una semplicità clamorosa.

Io ve lo consiglio.

E dopo che l’avrete letto vi consiglio anche di buttarvi dell’esercizio del Mi ricordo, perché nessuno meglio di noi rammenta quali sono stati i gradini che ci hanno aiutato a diventare ciò che siamo adesso.

 


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