Antony Uenghi è un insegnante di uzbeko, ha inciso decine di album suonando musica classica spagnola, ha viaggiato in ogni dove. Alla soglia dei cinquant'anni, stanco della sua vita piatta, uccide la moglie, compra un camion da rimorchio e fugge da tutto alla ricerca di Dio nella speranza che possa guarirlo dalla depressione e al contempo spiegargli il funzionamento del fondo monetario europeo. Saranno tanti i personaggi che incontrerà e che cambieranno la sua vita, in particolare il vecchio P., un sosia di Mozart, che lo convincerà a rapire un piccolo bambino azzurro che poi si rivelerà essere Krishna, l'unico dio che Antony vedrà mai. Ogni bizzarra figura che incontra è solo la proiezioni di quello che avrebbe voluto essere, di ciò che forse diverrà. Tutto è incerto e affascinante come le notti e i tramonti che si susseguono e che lui osserva avidamente dall'interno della cabina del suo camion tappezzata di foto di Papa Wojtyła. La fine, prologo dell'inizio della storia vera e propria, comincia da un atto che ormai è un classico nei romanzi di Blunwein, il massacro prima verbale e poi fisico di una divinità indiana, fino al coma e poi alla morte.
JONATHAN BLUNWEIN
MI SA CHE HO UCCISO KRISHNAFSTRKTR EDITORI ASSOCIATI
458 pag. 25.00€