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Mi scusi, dove trovo lo scaffale della poesia?

Creato il 14 agosto 2011 da Viadellebelledonne

Mi scusi, dove trovo lo scaffale della poesia?

di Monica Maggi

“Mi scusi, dove trovo lo scaffale della poesia?” “Giù in fondo, a destra” Il giù in fondo a destra significava quasi vicino all’uscita di sicurezza, il che significava quasi alla fine della libreria. E poco importava che fosse Feltrinelli, Mondadori o altro. La poesia era esiliata, relegata, all’angolo e pure zippata. Due scaffali o poco più. “Mi scusi, ma perchè così poca poesia?” “Perchè non si vende, non piace, non la capiscono” Mah, pensavo tra me e me uscendo, a me sembra più incomprensibile una formula matematica…. Così succedeva sempre, perchè da sempre ho letto e cercato poesia. Così poi sono andata a cercare libri di poesia tra l’usato, e ho tirato il fiato per un po’. Ma anche lì poco, trovavo sempre poco. E mi rammaricavo: possibile che il mondo fosse così aspro e dal cuore rancido, da non amare la poesia? La poesia non si deve capire, perchè non è una formula algebrica o una ricetta di cucina. Va ascoltata di pancia, va letta e riletta perchè ogni volta cambia colore e luce, come uno specchio d’acqua. E’ mobile e diafana eppure ha sovvertito regole e ribaltato dittature. La prova del contrario l’ho avuta anni fa, in un locale a Roma, difficile da raggiungere e pure senza parcheggio: a leggere poesia io, ad ascoltare col fiato sospeso decine di persone. Allora (mi sono detta) c’è un nodo misterioso che impedisce alla poesia di arrivare tra le mani del lettore, e a farlo innamorare per sempre. Chissà cosa e chi e perchè si lavora su quel nodo fino a farlo diventare vuoto, assenza, mancanza di poesia. E così adesso sto lavorando per sciogliere il nodo, che ho capito quale fosse e sia. E’ la distribuzione. E’ il monopolio schiacciante e perverso delle grandi case editrici e delle lobby editoriali. E’ il sonare della moneta nella cassa delle grandi librerie dal nome altisonante. Le piccole case editrici non spingono la poesia, non la affidano ai distributori perchè i loro servizi costano troppo: quanto conviene dissanguarsi tanto per avere poche decine di copie vendute? Ma anche le medie case editrici (e sicuramente meno le grandi) la pensano allo stesso modo: a che pro pagare tanto per vendere poco? tanto la gente (ecco il perverso ragionamento) non legge poesia, non la ama, preferisce i romanzoni, i nomi altisonanti, i best seller. Sbagliato, questo pensiero sulla poesia è un frutto sbagliato e distorto. Sbagliato e pure malvagio questo pensiero, perchè senza poesia si spengono i colori dell’intelletto e il potere della fantasia. Stiamo lavorando per questo, Viviana ed io e la Libra che fa girare quest’energia intorno a noi. Stiamo lavorando per superare d’un balzo ogni ostacolo e pregiudizio. Perchè la poesia sia il più grande scaffale e la migliore possibilità per chi la scrive e per chi se ne voglia finalmente innamorare. Stiamo lavorando per costruire la prima libreria specializzata in poesia, e perdipiù in provincia. Viviana ha mandato decine e decine di mail a case editrici note, di gran richiamo o semplicemente impegnate nella poesia. Ha parlato di Libra, di come è nata, di cosa stiamo facendo, della grande spinta propulsiva che ci da’ forza e gente ogni giorno, di questo progetto di ibridazione che vede la scrittura insieme ai manga, le gonne indiane insieme alle tisane, la musica celtica insieme alle conferenze sullo yoga. E su tutto un grande tetto che è quello della poesia. E gli editori hanno detto va bene, siamo onorati, aderiamo, spediamo, inviamo, facciamo tutti insieme… L’insegna sulla casa di Libra sarà PoEtica, perchè è solo con l’anarchia della poesia che si può capovolgere l’ignoranza.



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