Non mi piace dirlo. Non mi piace parlarne. Non mi piace raccontare queste cose. Perché, in tutta onestà, mi vergogno.
Ma devo.
Quando leggo fatti di questo genere, apparsi sul forum di WritersDream e sul blog, non posso rimanere in silenzio. Se esistono persone che prima di decidere ci pensano quattro volte e si informano in modo accurato, esistono anche coloro che per ingenuità si fanno convincere. O per narcisismo, tanto per ritornare al post dell’altro giorno.
Non voglio perdermi nelle ipotesi per capire il motivo per cui l’Armando Curcio Editore chiederebbe contributi (nel post si parla di 4000 euro sonanti per 200 copie acquistate da parte dell’autore, i.e. 20 a libro. Solito meccanismo, vecchio e rodato), essenzialmente non mi interessa. Il punto è sempre il solito, si chiama con un solo nome e ha un solo colore: Editoria a Pagamento.
Forse per alcuni manoscritti chiedono contributo, per altri no. Be’, sapete come la penso, a differenza di WritersDream che definisce una terza classificazione a me non interessa. Non serve un distinguo per i famosi editori a doppio binario, visto che questo tipo di “controllo” è pressoché impossibile e, a mio avviso, un alibi fuorviante.
Quando iniziai la mia avventura editoriale, nel 2005, le prospettive erano diametralmente opposte. Certo, il contratto non era un granché dal punto di vista economico, percentuali bassissime. All’epoca ero un esordiente e non potevo pretendere chissà cosa. Una scommessa su cui l’editore investiva, per questo accettai. E così era anche nel 2008, quando si chiusero i rapporti con l’editore e mi rivolsi altrove perché, come vi dissi, erano nate divergenze editoriali e non mi trovavo più sulla stessa linea d’onda. Non fu un problema, non sono il primo né l’ultimo autore che scende dalla barca per una nuova avventura.
Onestamente, però, non avrei mai pensato che l’Armando Curcio Editore, con un nome storico alle spalle, scegliesse questo business. E sì, sono amareggiato. Anche se Estasia ormai è un progetto concluso, anni luce dalla mia attuale produzione, è naturale che vi sia affezionato. Rappresenta la mia nascita editoriale, il sogno del cassetto che coltivavo dal 1990. Ho dei bellissimi ricordi legati a quella trilogia. Idee, cover, immagini, estenuanti revisioni, presentazioni in tutta Italia. Tante persone che mi sono state vicine con passione, che mi hanno sostenuto e spinto a non demordere, incoraggiandomi anche nelle scelte più difficili, quando mi domandavo se facevo bene a cambiare genere, se avrei perso lettori, se dovevo seguire la mia strada solo perché la sentivo nelle vene.
Ma le cose cambiano, che ci piaccia o no. E spesso, come in questo caso, ne rimane solo una profonda delusione.
Poi, a mente fredda, non mi rimane altro che scusarmi per questo sfogo. Resta invece immutata la mia linea di pensiero. Il mio consiglio. La mia voce che ripete su queste pagine e altrove sempre lo stesso sacrosanto diritto.
NON ACCETTATE MAI contratti editoriali in cui vi si chiede di sborsare 1 solo cent.
DENUNCIATE la vostra esperienza. Perché, come voi, tanti altri possano evitare un grosso errore.
Perché PUBBLICARE A PAGAMENTO insudicia il vostro curriculum vitae, se credete di avere le carte per diventare uno scrittore. Se il vostro sogno è scrivere. Se è il libro che comanda, non il quattrino.
Perché LA RETE, oltre i flame e i litigi, ha un grosso potenziale.
Ps: sono io stavolta a chiedervi il favore di far girare la voce. Linkate questo articolo e quello di Writersdream. Perché questo è il potere della rete. Grazie.
EDIT: a seguito dei commenti della rete e del comunicato di smentita Curcio, a scanso di equivoci, ripeto che il seguente articolo ha lo scopo di riportare il link apparso sul forum di Writer’s Dream. Qualora le informazioni su tale sito si rivelassero false, non esiterò a darne immediata notizia.
Link: