Magazine Diario personale

Mi viene da dirti.

Da Gianlucaweast @gianlucaweast
Mi viene da dirti che è come ogni anno quasiNatale.Quasi perché anche quando sarà,non sarà uguale.E non è per le balle che raccontano,per le finte che fannoe rifanno.E ci fanno.
Non è per le predicheappese a messe vuote e senza senso e senzaumanità. Senza il dolore.Tutta roba che ci aspetta, come ogni anno.Non è per le buone intenzioni manifestate come resti di santi.Per le messe in scena.Di cui sorridevamo tutti insieme,per qualche secondo appena esoltanto,dedicandoci poi ad altro.Agli altri, di cui tu mi chiedevi:come vivono? Comestanno?Come vivono queipovericristi?Come sopravvivono?Quei cristi di poveri esseri di cui raccontavola vita. Nelle mie povere storie,fra una pubblicità e l'altra.Fra una faccia sorridentee l'altra.In mezzo, clandestina e sola:la vita.
Tuascoltavi. L'ascoltavi. Ediventava tua.La tua vita.Pure. Tutta. Senza argini.Assorbita.La portavi dentro, e io capivo.Ritornando a casa,intero,ogni volta. Anche questa volta.E quell'altra, ancora. La luce nei tuoi occhi,nel constatarlo.
Oggi dammi un attimo, qualche giorno ancora,mi chiarirò le idee,metterò a punto un pensiero,mi verrà in mente una frase che tenga,che abbia un senso.Due parole che non sianomaistate dette.
Per quanto sia difficile prometterlo.E dirle.Saprò farlo.O forse no, nel rumore che c'è tutt'attorno. Due parole che tu attendi.Sapendo, da tempo, che le ho già dette.A te.
Me ne hai lavato di sanguedal naso. Cristo ti ricordi?Da ragazzo. E a mio fratello. La vita, vedi,fa quello che vuole.Io, uguale.Come ora, ad ora tarda,che ti scrivo. Perché sei. Sei senza fine. A costo di prendernedi botte. Dalla vita.
Per come è se ci metti dentro il naso.
Ancora e sempre. Ma tante da farmi il naso gonfio.Gonfio anche dal ridereper i povericristichesiamoe non cambiamo mai.
Da fumarci sopra una sigarettacome facevamosul balconequando tornavo a casa.Un'ora buona a fumare.
Buona per una sigaretta.Che poi una non era mai.Due. Tre. O metti anche quattro. Tu che facevi fumo. Fumo e basta.Mandalo giù, mamma,quel cristo di un fumo.E tu niente: punge!
Fumavi la tua sigarettache poi, non ancora spenta,compiva nel vuoto
una miridade di piroettelanciata,come avesse una missione da compiere,dalle tue mani che mandavano luce.
Dal balcone.E poi un'altra ancora.Insieme.E ridere.Ridere sul serio.Insieme.

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