Magazine Cultura
Mia illustrazione alla selezione Illustrati Novembre 2013
Creato il 05 settembre 2013 da AlmacattleyaE' una rivista della Logos edizioni (vedi qui) che si può trovare gratuitamente in alcune librerie.
Ebbene qualche settimana ho visto su Facebook che si poteva partecipare alla selezione per il numero di novembre.
Il tema è Bambini di cristallo (qui dove viene spiegato bene).
Ho provato e riprovato, ho abbandonato delle idee e alla fine non sapevo bene cosa fare, ma visto che desideravo partecipare, ho riprovato ed ecco la mia illustrazione:
L'ho voluta postare quando la mettevano nell'elenco (qui tutto l'elenco e qui dove c'è la mia illustrazione).
Essere comparsi nell'elenco non vuol dire che si è già stati sceltiQuello avverrà dopo (adesso nell'elenco ci sono tutte le illustrazioni mandate) comunque è già per me una fonte di gioia vedere il mio lavoro assieme a tutti gli altri)Andando poi alla pagina fb di Illustrati ho trovato che una ragazza ha postato un racconto che ho letto da bambina e che mi era piaciuto intensamente.L'autore è uno che amo ovvero Gianni Rodari (uno dei libri che più mi sono piaciuti da bambina è Il libro degli errori) e il titolo è Giacomo di cristallo.Eccolo qua:
Una volta, in una città lontana, venne al mondo un bambino trasparente. Attraverso le sue membra si poteva vedere come attraverso l’aria e l’acqua. Era di carne e d’ossa e pareva di vetro, e se cadeva non andava in pezzi, ma al più si faceva sulla fronte un bernoccolo trasparente.
Si vedeva il suo cuore battere, si vedevano i suoi pensieri guizzare come pesci colorati nella loro vasca.Una volta, per isbaglio, il bambino disse una bugia, e subito la gente poté vedere come una palla di fuoco dietro la sua fronte: ridisse la verità e la palla di fuoco si dissolse. Per tutto il resto della sua vita non disse più bugie.Un’altra volta un amico gli confidò un segreto, e subito tutti videro come una palla nera che rotolava senza pace nel suo petto, e il segreto non fu più tale.Il bambino crebbe, diventò un giovanotto, poi un uomo, e ognuno poteva leggere nei suoi pensieri e indovinare le sue risposte, quando gli faceva una domanda, prima che aprisse bocca.Egli si chiamava Giacomo, ma la gente lo chiamava “Giacomo di cristallo”, e gli voleva bene per la sua lealtà, e vicino a lui tutti diventavano gentili.Purtroppo, in quel paese, salì al governo un feroce dittatore, e cominciò un periodo di prepotenze, di ingiustizie e di miseria per il popolo. Chi osava protestare spariva senza lasciar traccia. Chi si ribellava era fucilato. I poveri erano perseguitati, umiliati e offesi in cento modi.La gente taceva e subiva, per timore delle conseguenze.Ma Giacomo non poteva tacere. Anche se non apriva bocca, i suoi pensieri parlavano per lui: egli era trasparente e tutti leggevano dietro la sua fronte pensieri di sdegno e di condanna per le ingiustizie e le violenze del tiranno. Di nascosto, poi, la gente si ripeteva i pensieri di Giacomo e prendeva speranza.Il tiranno fece arrestare Giacomo di cristallo e ordinò di gettarlo nella più buia prigione.Ma allora successe una cosa straordinaria. I muri della cella in cui Giacomo era stato rinchiuso diventarono trasparenti, e dopo di loro anche i muri del carcere, e infine anche le mura esterne. La gente passava accanto alla prigione vedeva Giacomo seduto sul suo sgabello, come se anche la prigione fosse di cristallo, e continuava a leggere i suoi pensieri. Di notte la prigione spandeva intorno una grande luce e il tiranno nel palazzo faceva tirare tutte le tende per non vederla, ma non riusciva ugualmente a dormire. Giacomo di cristallo, anche in catene, era più forte di lui, perché la verità è più forte di qualsiasi cosa, più luminosa del giorno, più terribile di un uragano.
Mi ricordo ancora che nel libro della scuola media c'era questo racconto e l'immagine di Giacomo seduto e la prigione diventata trasparente.
Per me all'epoca era un'immagine fortissima e forte è il ricordo.
Nel tema citato da Illustrati si parlava quasi di un'infanzia cristallizzata mentre qui si parla di un bambino che cristallizza. Nel primo caso abbiamo quasi la perdita dell'infanzia mentre nel secondo abbiamo la forza della stessa ed è un adulto ad aver scritto il racconto, un adulto che di sicuro non ha dimenticato cosa voglia dire essere bambini.
P.S.: Appena si saprà qualcosa, vi farò sicuramente sapere.
P.P.S.: Di sicuro su questa mia illustrazione farò un video.
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