Magazine Cultura
Torino. Ricominciare a vivere a 42 anni non è facile. Rimettere insieme i pezzettini della propria esistenza, gli amori, le amicizie, le esperienze belle e brutte, non è un’impresa da poco. Eppure Mia Martini ci è riuscita.
Per dieci anni era sparita dalla circolazione, nessun disco importante, nessuna grossa partecipazione a un programma televisivo. Tanto che qualcuno pensava che avesse chiuso il pianoforte per sempre. Invece, era lì che aspettava l’occasione giusta. E meditava su se stessa: il passato, il presente e il futuro soprattutto, lontana da Ivano Fossati che per dieci lunghi anni era stato il suo compagno di vita, e nuovamente a contatto con la musica. Il pubblico, la polvere del palcoscenico.
Sono riuscita a capirmi. Ci ho messo un po’, è vero, ma alla fine ho scoperto cosa si nascondeva dentro questa testa. L’ho fatto a costo di duri sacrifici: ho trascurato la musica ma ho guadagnato me stessa.
Felice, con il sorriso stampato sulle labbra, radiosa come una stella, ieri sera alla Pellerina Mia Martini ha cantato davanti a duemila e seicento persone: un pubblico adulto l’ha accolta come si accolgono gli amici che ritornano a casa da un lungo viaggio. Con abbracci, applausi scroscianti a concerto finito, quasi a chiederle di non andare via, di rimanere ancora sul palco a cantare.
Non me ne andrò da qui fini a quando ci sarete voi ad ascoltarmi.
E per due ore filate è stato così. Non un attimo di stanchezza, non una pausa. E’ stato un abbraccio interminabile quello di ieri sera, che Mimì ha voluto estendere a chi la segue dai primi anni della carriera e ai tanti giovani, stipati sotto il palco, che ha conquistato con le canzoni più recenti. Da Guarirò guarirò a Donna, scritte da Mimmo Cavallo ed Enzo Gragnaniello, dalla bellissima Almeno tu nell’universo, cantata al Festival di Sanremo, a La donna cannone di De Gregori eseguita a pieni polmoni, con gli occhi chiusi e le mani strette in un pugno. Le ha presentate tutte Mia Martini: quelle dell’ultimo album, Martini Mia, storie di donne fatte apposta per lei, fino alle più datate, Padre davvero, Piccolo uomo, Minuetto, E non finisce mica il cielo (scritta da Ivano Fossati nel 1981), raccolte in un medley finale, forse il più atteso dal pubblico. Ma non sono mancati i brani dei ‘suoi compagni di viaggio’, colleghi italiani e stranieri, che Mia Martini ha rivisitato e cantato con la sua voce inconfondibile, dandosi completamente al pubblico. Senza mai seguire le mosse di un copione preconfezionato ma creando attimo dopo attimo un’atmosfera di complicità, brevi dialoghi, parole affettuose, piccoli sussurri: forti emozioni che non sono diminuite d’intensità neanche durante i bis. Una rentrèe così grandiosa chi se la sarebbe aspettata?
Io no di certo, risponde ancora con il fiatone.
Non sono io a essere grande. E’ il pubblico che ogni sera mi rende magica. Non avrei mai pensato di ricevere un’accoglienza del genere, eppure è vera, genuina. Incomincio ad abituarmi a questo calore, all’affetto della gente.
Per troppo tempo ne era rimasta senza :
Sì è vero. Però non è stato un esilio forzato:. Ho trascorso questi anni a pensare alla mia vita. Non ho dato spazio a vittimismi e debolezze. Ho tentato di analizzare ogni minima cosa e sono arrivata a una conclusione: ognuno di noi è l’autore del proprio destino. E io del resto ho vissuto come volevo, vivendo l’amore fino in fondo. Una scelta di vita, nient’altro, come tornare a cantare.
E promette:
Dopo il tour farò quattro concerti gratis in tutta Italia, accompagnata da una vera orchestra. Chissà, forse ne faccio uscire anche un album live. Vai a vedere”. I progetti futuri non sono ancora stati bene studiati, è troppa l’euforia per il ritorno, la felicità di sentirsi come rinata. Però una cosa è certa: “Adesso che sono di nuovo qui non me ne vado via. Finchè avrò con me il pubblico, naturalmente. Se un giorno non ci sarà più anche io scomparirò, come una farfallina in mezzo a un campo di fiori”. E sorride con l’innocenza di una bambina che crede ancora nelle favole.
Noemi Romeo per Stampa Sera Martedì 25 luglio 1989
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