Magazine Cultura
E' il secondo incontro che abbiamo nello spazio di due mesi e in un certo senso si può dire Mia Martini capitolo II. Prima della tua esibizione ci hai fatto intendere che hai il dente avvelenato con le Radio Libere italiane. Cos'hai da dirci a questo proposito? Anche se è molto chiaro il motivo....
Secondo te perché è così chiaro?Beh! Di solito quando gli intervistatori incontrano un personaggio sembrano accanirsi contro di lui per smontarlo.
No, non è così, o meglio, non è questa la ragione. A me la critica sta benissimo, anzi ne sono contenta per cui non è quello che mi preoccupa o mi dà fastidio. Quello che invece non sopporto nelle radio cosiddette libere è la loro mancanza di professionalità; sono tutti dilettanti. Avrebbero dovuto aver creato un'alternativa alla RAI, ma spiegatemi un po' qual è l'alternativa che offrono. Dicono tutte le stesse cose, e senza il telefono sarebbero finite, non so cosa potrebbero fare, le radio sono fatte solo con il telefono. Ti puoi immaginare con che risultato! L'esistenza delle radio libere nuoce moltissimo a tutto il mondo della musica leggera, all'industria discografica, ai cantanti ed agli autori, ai compositori, a tutti, insomma, quelli che lavorano nel mondo della musica leggera, e sono tanti a comporlo è un’ industria enorme quanto lo può essere la FIAT. E come è grave il problema dell'operaio disoccupato, altrettanto grave è quello di chi lavora nell’industria discografica ed è disoccupato. Disoccupato per colpa delle radio private e dei faIsificatori di cassette,(all’epoca si falsificavano soltanto le cassette perché non esisteva ancora il mondo del digitale e i cd attuali n.d.r.) ma le radio private sono sullo stesso livello dei napoletani (a Napoli nell’epoca di cui si tratta c’era il più grosso giro di affari legato alla pirateria della musica n.d.r.) che fanno le cassette false perché non esiste il mandare in onda i dischi interi senza parlarci sopra, senza fare sfumature, invitando addirittura gli ascoltatori a registrare. C'è stato un calo pauroso di dischi e le emittenti private sono tutte abusive, non pagano la SIAE e chi salvaguardia i diritti d'autore? chi salvaguardia quei poveracci che vivono solo sulle canzoni? Non parlo di me che canto, ma di quelli che ogni 6 mesi aspettano l'assegno dalla SIAE, e sono tanti gli autori in questa situazione. Con l'invasione delle radio libere la RAI ha quasi smesso di trasmettere musica leggera e fa solo GR, inchieste speciali e dibattiti. Le radio libere tolgono il pane di bocca alla gente che lavora. Questo è appunto quanto ha detto Mia Martini, accusando chiaramente le radio di aver sconvolto i bilanci delle Case Discografiche. A questo punto ho ritenuto interessante interpellare un rappresentante di una radio privata, per vedere di controbattere le affermazioni “accuse” di Mia Martini.
poiché la serata torinese era patrocinata da Radio Torino Centrale, una delle più affermate tra le emittenti locali, ho avvicinato in seguito il Sig. Franco Ivaldi, Amministratore Unico della stessa, che aveva seguito tutto il discorso. Quindi la parola alla difesa;I discorsi toccati dalla Sig. na Martini sono sostanzialmente tre: il dilettantismo, il problema SIAE e la crisi dell'industria discografica imputabili alle radio private. Vorrei innanzitutto premettere che le considerazioni fatte da Mia Martini mi sono sembrate piuttosto generalizzate e semplicistiche, forse perché la Martini non conosce a fondo il problema. Dilettantismo: è vero, sono molte le radio estremamente dilettantistiche, non dimentichiamo che in Italia ci sono circa 1500 radio private. E' chiaro che su di un numero del genere bisogna aspettarsi una certa percentuale di emittenti dilettantesche. C'è un altro motivo di fondo. La motrice delle radio private, in genere, è stata ed è tutt'ora di tipo goliardico. Cioè è un insieme di ragazzi, per lo più studenti, giovani che danno vita a questo fenomeno. E' logico che in una situazione simile non si può pretendere un grosso 'taglio' professionale. Malgrado questa mancanza di professionalità, in molte, ma non in tutte, occorre ricordare che c'è tanto entusiasmo ed una grossa disponibilità da parte di chi collabora. E' una grossa esperienza. Vorrei precisare che la definizione che spesso si dà alle radio private di alternativa alla RAI non è esatta, semmai complementare. Sarebbe una presunzione. Problema SIAE: direi che la posizione delle radio private serie sia chiara. Nessuno contesta il dovere che le radio private debbano pagare i diritti d'autore, com'è giusto che la SIAE li riceva. Però è la quantificazione del denaro da pagarsi che va stabilita, in modo equo e giusto per entrambi, valido insomma. A questo proposito insieme ad altre emittenti torinesi stiamo portando avanti un discorso con la sede SIAE Regionale, su basi molto franche ed aperte. E' però un discorso complesso e delicato e noi speriamo, come tutte le radio serie lo sperano, che questo problema spinoso venga presto risolto. Quanto detto dalla Sig.na Martini, mi ha fatto piacere, in quanto mi ha dato la possibilità tramite Nuovo Sound di spiegare che dietro alle Radio Private non c'è quello che può sembrare dilettantismo, bensì una chiara volontà di fare le cose bene ed in modo legale.Un sintomo, questo, che si riscontra anche dall'aiuto dato da alcune emittenti torinesi ai tecnici dell' aereoporto torinese di Caselle nel ricercare la stazione che ha disturbato le frequenze di radio assistenza agli aerei in volo, causando tra l'altro la chiusura temporanea dell’ aereoporto torinese. Il dibattito sulle radio libere continua quindi. Ringraziamo Mia Martini quale Pubblico Ministero e il Sig. Ivaldi di RTC quale difensore. Sono chiamati quindi a sfilare i testi, cioè i lettori di Nuovo Sound.Bruno Vaglienti Supporters. n° 2055 Torino (Articolo tratto da Nuovo Sound (Sopi Editrice) n° 9/77Post correlati:Come Mia Martini crea una canzone
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