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Mia Martini: Siamo nel 1983 eppure ancora c’è chi crede di vivere nell’oscuro medioevo
Creato il 21 marzo 2014 da PippoEd ecco i fatti. Nel mondo della canzonetta, fra sussurra e grida, da tempo circola la voce che Mia Martini, sarebbe una «menagramo», una da evitare a tutti i costi, per non incorrere in disgrazie e in incidenti. Una triste fama che l'ha perseguitata per anni e anni. Ma come è saltata fuori questa diceria?
Risale ad oltre dieci anni fa. Mia Martini, notissima come cantante, era ricercata costantemente da discografici, tv, giornalisti e manager. Disse no ad un manager che la voleva in esclusiva e questi per vendicarsi, cominciò a mettere in giro questa voce. La Martini divenne, dunque, «quella che porta jella». Insomma più che una donna e una cantante dovrebbe «essere» una strega da mettere al rogo, un gufo, o peggio, una fattucchiera. Ancora oggi, in piena era robotica, si crede a queste cose: corni, cornetti e ferri di cavallo, per esorcizzare il malocchio. E sono tanti, gli artisti che ci credono.
Mia Martini, come tutte le sue conterranee è una donna di fuoco, ma sa essere anche paziente e ironica.Ha saputo attendere e ha imparato a ridere delle superstizioni che le hanno avvelenato la carriera. Ma è stata ripagata dal pubblico, più vero e meno malizioso, dell'ambiente dello spettacolo. Il suo pubblico ha sempre creduto in lei e non l'ha mai dimenticata. Ma come è tornata alla ribalta, dopo anni di silenzio, puntualmente si rifanno vive le voci maligne e la storia della jettatura, sul suo conto. A rinfocolare le diceries econdo sua sorella Loredana Bertè trasformatasi per l'occasione suo «avvocato difensore», è la Rettore. La bionda cantante veneta, che è stata anche querelata, ovviamente nega tutto. Una causa l'ha già vinta ed è sicura di uscire bene anche da questa storia. Comunque vadano le cose, è proprio un «brutto affare». Una commedia all'italiana che Vittorio De Sica avrebbe trasformato in un film. Da buon napoletano era molto sensibile quando, all'orizzonte, si profilavano fatti e storie che avevano a che fare con corni, cornetti e scongiuri. In tutto questo, ora, cerchiamo il lato comico e ridiamone insieme. Per la prima volta, «l'imputata jella» ha avuto l'onore di essere discussa in una austera aula di tribunale, in mezzo ad avvocati e giudici togati. «In nome del popolo italiano, poiché non sussistono prove e fatti reali, la jella non è perseguibile, per la legge». Questa è la frase che vorremmo sentire nell'aula, ma ahinoi, le cose non stanno realmente così. Si deve giudicare se una persona porta o no la jettatura.
Stabilire se Domenica Bertè, in arte Mia Martini, è o non è una «strega». Il buon senso dei giudici, dei querelanti e dei controquerelanti, dovrebbe in questo senso riflettere e stendere un velo su tutta la faccenda. Di questa polemica se ne è già parlato a dismisura. Chi ne ha pagato le conseguenze è Mia Martini; che continua ad essere condizionata da questa stupida calunnia.STORIA DI STREGHE MALOCCHI SCONGIURI di FLAVIA D’ANNUNZIO da Cioè 1983Post correlati: Quella fama crudele che perseguitava Mia Martini. Le opinioni di Caterina Caselli, Gino Paoli e Ornella Vanonihttp://questimieipensieri.blogspot.it/2014/02/quella-fama-crudele-che-perseguitava.html Mia Martini: una donna distrutta dalla cattiveria degli ‘amici’ di Diego Dalla Palma http://questimieipensieri.blogspot.it/2013/08/mia-martini-una-donna-distrutta-dalla_27.html Malcostume italiano. L’ostracismo a Mia Martini. Articolo di Nantas Salvalaggio http://questimieipensieri.blogspot.it/2013/01/nantas-salvalaggio-e-il-suo-omaggio-mia.html La Telefonata di Adriano Aragozzini a Mia Martinihttp://questimieipensieri.blogspot.it/2012/12/la-telefonata-mia-martini-di-adriano.html
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