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Mia Martini: una grande artista, una falsa ‘maledizione’ di Luzzatto Fegiz Mario
Creato il 15 novembre 2014 da PippoUna tragedia tutt' altro che annunciata scuote il mondo della musica leggera. Se n' è andata all'improvviso una delle interpreti più grandi della canzone italiana, forse l'unica cantante importante della generazione successiva a Mina, Milva e Vanoni.
La sua grande virtù fu quella di superare il tradizionale birignao, la manieristica enfasi dello stile nostrano, portando, grazie a una timbrica un po' roca a vocazione blues, le opere a lei affidate a una più alta dimensione artistica. Taluni la consideravano bizzosa e capricciosa, in realtà era soprattutto una perfezionista dotata di umanità , altruismo e fantasia. Dio sa cosa aveva fatto per aiutare la sorella Loredana a uscire dal tunnel di disperazione in cui si era venuta a trovare dopo la fine della love story con Borg.
I suoi ultimi collaboratori . Fio Zanotti che aveva prodotto il recente ottimo album Per niente facile (La musica che mi gira intorno” n.d.r.) dedicato alle opere dei cantautori (Fossati in primis) e il manager Nando Sepe, che proprio ieri doveva accompagnarla ad un concerto in programma a Salerno, affermavano che era sempre serena, ragionevole e affidabile. E che la aspettava un' estate ricca di impegni e di soddisfazioni, artistiche e finanziarie. L' ultimo a parlarle è stato proprio Sepe, venerdì pomeriggio. Si sarebbero dovuti riparlare alla sera. Ma già il telefono squillava a vuoto.
Una sorta di maledizione sembra segnare le vite parallele di Domenica e Loredana Berte' : la più' giovane tenta il suicidio ma è ancora viva (e infelice), l' altra aveva riscoperto la gioia di vivere ed è morta (quasi certamente per cause naturali). Mia Martini viveva come cosa sua la gravidanza della sorella Olivia (che sta a Roma) e gioiva nel ritrovato rapporto col padre Giuseppe, ex preside di un liceo di Busto Arsizio (col quale aveva cenato giovedì ). Loredana e Mia Martini avevano una rapporto complesso: si ignoravano pur amandosi. Si erano incontrate per caso a novembre dello scorso anno sul set di un programma benefico per la lotta all' Aids e si erano abbracciate senza profferir parola. I loro caratteri erano distanti come i loro registri vocali: il duetto nella canzone “Stiamo come stiamo”, due anni fa al festival di Sanremo, aveva generato scintille e scontri. Sul pentagramma, come nella vita, un compromesso fra le due sembrava impossibile.
Domenica Bertè in arte Mia Martini, per gli amici Mimì , era nata a Bagnara Calabra il 20 settembre 1947, seconda di quattro sorelle. La famiglia soffrì grandemente allorché il padre decise di lasciare moglie e figlie trasferendosi in un' altra città . Mimì Bertè si era rivelata al grande pubblico nella primavera del 1970 al Festival delle Nuove tendenze che si era tenuto nella Pineta di Viareggio. Truccatissima, con un lungo scialle che la ricopriva dalla testa ai piedi, aveva subito folgorato il pubblico per le sue virtù vocali. Suo scopritore l' avvocato Crocetta, il fondatore del Piper, che aveva deciso di lanciarla con una canzone legata alla storia personale di Mimì , “Padre davvero”.
Una prima tournèe registrò un grande successo, lo stesso che accolse l' anno successivo “Piccolo uomo”, di Baldan Bembo, Lauzi, La Bionda. Vinse il Festivalbar del ' 72 e il primo di una lunga serie di premi della critica con l' album “Nel mondo una cosa”. Nel ' 73, con “Minuetto” di Baldan Bembo e Franco Califano il trionfo fu addirittura europeo. Sono gli anni di “Inno”, “Donna con te”, ma anche quelli delle invidie, della maldicenze che, anche a causa di una crisi esistenziale e creativa, allontanano il personaggio dalle scene.
Proprio mentre la sorella Loredana raccoglie i primi successi. Il mondo della musica leggera le voltò le spalle, diffondendo sul suo conto le voci più fantasiose, fra cui la più cattiva e dannosa per chiunque: che portava iella. Lei si chiuse nel silenzio. Replicò solo nel 1992: ‘Meglio essere sospettati di avere l'Aids, si può dimostrare il contrario con un test. Ma per la iella cosa si fa, una radiografia?’.
La riscossa arrivò prima. Anche la lunga convivenza col cantautore Ivano Fossati contribuì al suo rientro nel giro: lui cominciò a scrivere per lei, come Lauzi e Maurizio Fabrizio. Fu proprio Fossati ad affidarle nel 1979 una delle canzoni più belle e struggenti del suo repertorio, “La costruzione di un amore”. Gli anni Ottanta di Mia Martini sono caratterizzati da dischi raffinati e difficili e il ritorno alla grande platea è del 1981 con E non finisce mica il cielo presentata al Festival di Sanremo. Segue “Miei compagni di viaggio”, un album cantato con Loredana e Ivano Fossati. Poi un volontario esilio interrotto da una partecipazione a Sanremo '85 (’82, n.d.r.) e un nuovo ritorno nell' 89 con “Almeno tu nell' Universo”, seguita nel ' 90 da “La nevicata del ' 56”.
Il suo grande dolore era la solitudine cui sembrava condannata, il non essere riuscita a creare una famiglia, ad avere figli. E così aveva ripiegato su un altro sogno: riunire almeno la propria famiglia d' origine. In una delle canzoni in cui si era cimentata come autrice aveva scritto: occhi neri trapassano la mente. come spari nella notte oh vecchia luna di sale. come finirà ? Ora lo sappiamo.
Luzzatto Fegiz Mario (15 maggio 1995) - Corriere della SeraPost correlati:
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