Gli Heat arrivano a 12 successi di fila, ma passano a Washington 94-95 con un giallo nell’ultima azione. Gli Spurs domano al supplementare Memphis, Love (43 punti e 17 rimbalzi) non basta a Minnesota contro i Nuggets. Chicago cede ai Clippers 99-100
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- Un’entrata di Wade contro la difesa dei Wizards
Miami rischia all’ultimo secondo di vedere interrotta una serie che tocca così quota 12 vittorie consecutive. Arriva a 8 quella di San Antonio ma solo al supplementare, si ferma a 7 invece quella di Chicago che manca dalla lunetta l’overtime e subisce la vendetta di Del Negro. Riparte Utah ma non Orlando, dopo aver rivoluzionato la squadra sul mercato. La prestazione della notte è quella di Kevin Love, 43 punti e 17 rimbalzi, troppo solo però per espugnare Denver.
Orlando Magic–Philadelphia 76ers 89-97
I Magic si presentano con soli otto giocatori a disposizione, che diventano sette a gara in corso per l’infortunio al piede sinistro di Jason Williams, e senza due titolari, dopo il doppio scambio avvenuto in giornata: Lewis a Washington per Arenas; Carter, Gortat e Pietrus a Phoenix per Turkoglu, Richardson e Clark. In queste condizioni Orlando diventa un vaso di coccio di fronte ai Sixers in ascesa, che nelle ultime cinque partite hanno perso solo con i Lakers. “Ma non ci sono scuse che spieghino perché da cinque partite non difendiamo nel secondo tempo”, commenta a fine serata Stan Van Gundy, coach dei Magic che perdono così la sesta partita delle ultime sette. Approfittando della fragilità emotiva di Orlando in una giornata del genere, Phila comincia col botto una serie di otto trasferte, soffocando in difesa i Magic, tenuti a 39 punti nel primo tempo e staccati accelerando il ritmo offensivo in avvio di ultimo quarto con Meeks, Speights e i viaggi in lunetta di Williams, che firma la tripla della fuga sul 75-90 a 3’32” dalla fine, ricucito non oltre il -6 da un 8-0 di Nelson.
Orlando: Howard 26 (8/18, 10/17 tl), Bass 18, Nelson 17. Rimbalzi: Howard 20. Assist: Nelson 9.
Philadelphia: Williams 24 (4/7, 1/2, 13/14 tl), Iguodala 21, Brand 20. Rimbalzi: Brand 13. Assist: Iguodala 7.
Washington Wizards–Miami Heat 94-95
A 8” dalla fine Hinrich fa tutto il campo e arriva al ferro per il tiro della vittoria ma Bosh e James fanno muro e il pallone non prende neanche il ferro. “A me sembra di aver subito fallo, ho visto il replay e mi è parso ovvio”, dice alla fine la guardia di Washington. Appena fissato da due tiri liberi di Wade, il 94-95 è stato l’unico vantaggio ospite nel quarto periodo. Miami era addirittura a -5 a 28” dalla fine, prima che l’unica tripla del mese di Bosh, il suo 2/3 ai liberi e un’ingenuità Wizards sulla successiva rimessa riaprano la partita. A 24 ore di distanza dalla vittoria Heat a New York, la legge del back to back aveva rischiato di appiattire i valori tra Miami, che vince così la sua dodicesima partita consecutiva, e Washington, che invece ne ha perse 11 nelle ultime 12, 7 di fila, peggiore squadra a Est, oltretutto priva della prima scelta Wall, di Arenas appena scambiato e di Lewis non ancora arrivato.
Washington: Young 30 (11/21, 2/2, 2/2 tl), Blatche 20, Howard 13, Hinrich 13. Rimbalzi: Blatche 12. Assist: Hinrich 12.
Miami: James 32 (6/12, 3/7, 11/12 tl), Wade 20, Bosh 20. Rimbalzi: Bosh 9. Assist: James 6.
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- Parker a duello con Conley, a sinistra, e Allen, a destra. Ap
Chicago Bulls–Los Angeles Clippers 99-100
Migliore in campo, Derrick Rose segna solo uno dei due tiri liberi a disposizione a 8 decimi dalla fine, regalando così il successo a Vinny Del Negro, passato in estate dalla panchina dei Bulls a quella dei Clippers. I californiani fanno il bis a 24 ore dal successo di Detroit che li aveva sbloccati in trasferta dopo ben nove mesi, trascinati dalla quindicesima doppia doppia di Blake Griffin. Chicago, che interrompe così una striscia di sette vinte di fila, era finita sotto 85-97 a 68” dalla fine sotto i colpi in penetrazione di Davis, rientrando però fino al 98-100 con un gioco da tre punti di Rose e un suo assist per Boozer. Dopo l’errore di Davis a 8” dalla fine, sulla sirena arriva il fallo che manda in lunetta Rose. Per i Bulls era la prima partita senza Noah, che ne avrà per almeno due mesi dopo l’intervento ai legamenti del pollice, la cui assenza in difesa ha lasciato campo libero a Griffin, tanto più dopo la botta che dal terzo quarto in poi ha tolto dalla gara anche Taj Gibson: contro il rookie Clippers, Kurt Thomas è durato 16 minuti prima di uscire per falli.
Chicago: Rose 34 (9/18, 3/6, 7/9 tl), Boozer 25, Deng 17. Rimbalzi: Deng 8. Assist: Rose 8.
LA Clippers: Griffin 29 (9/17, 1/1, 8/12 tl), Davis 16, Gordon 15. Rimbalzi: Griffin 12. Assist: Davis 7.
Milwaukee Bucks–Utah Jazz 86-95
Riscatto Jazz a 24 ore di distanza dalla più brutta partita dell’anno, il -29 con soli 71 punti segnati a New Orleans la sera prima. Anche a -12 nel primo tempo sotto i canestri di Gooden, Utah per la nona volta in stagione recupera uno svantaggio in doppia cifra: dopo lo 0-2 iniziale, non ha più perso due partite di fila. Rientrati a -1 già all’intervallo con 8 punti quasi in fila di Miles, i Jazz piazzano un 11-1 per il 58-49 a inizio secondo tempo approfittando delle perse e degli errori casalinghi, subito ripresi però dalla sostanza di Bogut, dalle triple di Dooling e dai viaggi in lunetta (7/7) di Douglas-Roberts, nella giornata opaca di Jennings (6 punti con 3/7 e 3 perse). Ma nel secondo tempo, quando Williams segna 15 dei suoi 22 punti e i Jazz conquistano 10 dei loro 14 rimbalzi d’attacco, l’aggressività premia Utah: Milwaukee è tenuta a 0/5 in 3’30” e i Jazz ci costruiscono sopra l’8-0 per l’allungo definitivo 82-92 a 3’29” dalla fine.
Milwaukee: Bogut 19 (8/12, 0/1), Salmons 18, Dooling 14. Rimbalzi: Bogut 9. Assist: Dooling 5.
Utah: Williams 22 (4/12, 3/3, 5/8), Jefferson 18, Miles 16. Rimbalzi: Millsap 9, Jefferson 9, Kirilenko 9. Assist: Williams 11.
San Antonio Spurs–Memphis Grizzlies 112-106 dts
Ci vuole un overtime agli Spurs per vincere l’ottava gara di fila e confermarsi miglior squadra Nba (23-3 di record) contro i Grizzlies privi del top scorer Rudy Gay, sospeso dopo l’espulsione della sera prima a Houston. La firma è quella di un imprendibile Tony Parker, che tra il quarto periodo e il supplementare infila 16 dei suoi 37 punti, massimo stagionale: è lui a segnare 12 degli ultimi 14 punti texani alla fine dei tempi regolamentari. Non basta però per respingere il rientro di Memphis, tornata dall’80-69 con un 10-2 a inizio quarto periodo. A firmare la parità sul 100-100 a 21” dalla fine sono 5 punti in fila di Mayo, che onora il ritorno in quintetto con la sua seconda miglior prestazione stagionale e un ultimo quarto da 11 punti e 3/3 da tre. Sull’ultima azione dei regolamentari Duncan si trova quattro uomini addosso dopo il gioco a due con Ginobili e scarica a Jefferson, che sbaglia. Il break decisivo di San Antonio arriva a metà overtime, quando Duncan riprende un tiro stoppato da Gasol, segna, poi dall’altra parte del campo stoppa Conley e lancia il contropiede del 108-103 schiacciato da Jefferson.
San Antonio: Parker 37 (14/20, 1/1, 6/10), Ginobili 15, Duncan 13. Rimbalzi: Duncan 10. Assist: Parker 9, Ginobili 9.
Memphis: Mayo 27 (6/11, 5/8), Randolph 24, Allen 15. Rimbalzi: Randolph 21. Assist: Conley 8
Denver Nuggets–Minnesota Timberwolves 115-113
La più dominante partita in carriera di Kevin Love, 43 punti e 17 rimbalzi, si spegne sulla stoppata subita dal centro dei Wolves (l’unico, viste le assenze di Milicic e Pekovic) da parte di Carmelo Anthony a 1’22” dalla fine: sul ribaltamento, palla nell’angolo a Smith che insacca la tripla del 115-106. Minnesota rientra fino a -2 con un 7-0, poi sull’ultima azione decide di difendere, costringe Anthony all’errore ma non conquista il rimbalzo e perde così l’undicesima gara di fila in trasferta. Senza Billups per un infortunio al polso, i Nuggets possono contare su un eccellente Ty Lawson e considerano archiviata la pratica già sull’88-68 di Afflalo prima della fine del terzo periodo, ma i Wolves rientrano 107-102 a 4’28” dal termine con Beasley (0/8 al tiro nel primo tempo) e la serata magica di Love. Cui però manca il lieto fine.
Denver: Anthony 24 (8/18, 0/1, 8/10 tl), Lawson 23, Smith 18. Rimbalzi: Anthony 7. Assist: Lawson 9.
Minnesota: Love 43 (9/18, 5/5, 10/12 tl), Beasley 17, Webster 12, Flynn 12. Rimbalzi: Love 17. Assist: Ridnour 5.
Portland Blazers–Golden State Warriors 96-95
Monta Ellis sbaglia l’ultimo tiro che avrebbe completato il rientro dal -15 dei Warriors, senza gli “scavigliati” Biedrins e Curry, che perdono così la tredicesima partita nelle ultime 15. Priva dei titolari Roy (ginocchio), Batum e Camby (entrambi spalla), oltre a Przybilla (caviglia), Portland manda in doppia cifra sei dei soli nove giocatori con cui va a referto. “In panchina ognuno aveva tre sedie a disposizione”, scherza sulle assenze Aldridge. I padroni di casa toccano il 69-54 nel terzo quarto e sembrano ipotecare il successo confermando il +15 confermato sull’86-71 a 7’54” dal termine con una fiammata di Patrick Mills, al massimo in carriera di 12 punti. Carney e Williams ricuciono subito perché i Blazers sbagliano quattro dei cinque tiri successivi e in 3’30” i Warriors costruiscono il 13-3 per rientrare sul 92-89 a 3’14” dalla fine. Miller risponde col gioco da tre punti del +6, ma da qui in poi Portland segnerà un solo punto negli ultimi tre minuti, esponendosi all’ultimo tiro di Ellis per il possibile ko, che però finisce sul secondo ferro.
Portland: Aldridge 17 (6/10, 5/8 tl), Miller 17 (7/12, 3/4 tl), Fernandez 15. Rimbalzi: Aldridge 12. Assist: Miller 8.
Golden State: Ellis 26 (8/17, 1/3, 7/9 tl), Williams 16, Lee 13. Rimbalzi: Lee 11. Assist: Ellis 5.