Già nella scorsa estate la Banca Mondiale ha ammonito che l'aumento dei prezzi delle materie prime riferite al cibo come mais, soia e riso in particolare, potrebbero portare alla miseria molti popoli che proprio di quest'ultimo cereale ne fanno motivo di esistenza. Robert Zoellick, presidente della Banca Mondiale, ha detto che i prezzi alimentari è salita di quasi il 30% nello scorso anno ed erano a breve distanza dai livelli record raggiunti nel corso del 2008. "I prezzi alimentari globali sono in aumento a livelli pericolosi e minacciano decine di milioni di poveri in giro per il mondo" e inoltre ha detto Zoellick.
"L'impennata dei prezzi sta già spingendo milioni di persone nel tu8nnel della povertà, e mettendo l'accento sui i più vulnerabili, che spendono più della metà del loro reddito solo per il cibo".
I prezzi del frumento hanno visto gli aumenti più marcati, il raddoppio tra il giugno dello scorso anno e nel gennaio 2011, mentre i prezzi del mais sono aumentati del 73%. (Guardian).
In queste condizioni, per certe regioni del mondo, dove la spesa per il cibo è la voce più importante del bilancio familiare, si potrebbero veramente verificare forti eventi da risentimento verso quei governanti, che nel nome e per conto della globalizzazione, stanno sfruttando popoli in cambio di manodopera a buon prezzo.
C'è da sottolineare altresì come le ultime crisi avvenute in Tunisia, Egitto e paesi periferici, non siano da imputare solamente all'aumento dei prezzi per il cibo, ma da considerare comunque questo "fattore" come un'aggravante della situazione sociale iv esistente.