E’ in allestimento presso il Casinò un Convention Bureau, in lidi linguistici normali (ossia anglosassoni) detto Mice (Meetings, Inventives, Conferencing and Exhibitions). Buona idea, turismo di affari, attrarre super ricchi. Contro-indicazioni?
Tutte quelle dell’ “economia da sgocciolamento”, quella che così veniva spiegata da Kenneth Galbraith: “se dai da mangiare abbastanza avena al cavallo, qualcosa riuscirà a sfamare anche i passeri”.
Avete presente la reggia di Versailles? Si tratta di creare un posto con un’economia pensata su misura per le esigenze, i capricci, le follie, le porcate dei super-ricchi. Radunarli e coccolarli. Dalla loro tavola sempre imbandita, dai loro eccessi sempre rinnovati, sgocciolerà un poco di benessere. Così qualche briciola di caviale ed un goccio di champagne cadranno dal tavolo e faranno la fortuna dei servitori. E’ la logica dei paradisi fiscali: la reggia di Versailles fu la ricchezza di un piccolo popolo di ebanisti, camerieri, sarte, modiste, puttane, staffieri, cicisbei. Insomma ci si condanna a fare per tutta la vita i valdostani camerieri, servi, staffieri e maggiordomi della reggia di Versailles, ma di questi tempi grami meglio che niente. Ecco dunque il disegno per la nuova Vda: si delinea un turismo classista, per soli ricchi. Quindi è ovvio che per raggiungere la Vallée niente treni o autobus per la gente normale, aerei solo di legno, autostrada di platino. Una riserva indiana per soli riccastri. Domanda: in quale lingua si attrarranno i Cresi arabi e russi? In francese? In patois? A che serviranno 50 anni di sbrodolate francofone identitarie? Chi saranno i quadri del Nuovo Convention Bureau? Con quali competenze linguistiche? Insomma si rischia di pagare amaramente la sfascio della scuola valdostana francofomane per ragioni politiche . Per 50 anni hanno usato il francese per marcare il territorio, come fosse la pipì dei gatti, ed ora si accorgono che nell’economia moderna non serve ad una mazza.
Peracottari, ” vendeurs de poires cuites….” (roberto mancini)