A scorrere i titoli della sua filmografia, sembra incredibile come nonostante Michael Shannon abbia preso parte ad oltre cinquanta pellicole in poco più di vent’anni di carriera, spesso il doppio rispetto a suoi colleghi che hanno ottenuto una più facile popolarità, lui invece sembri quasi del tutto sconosciuto al grande pubblico. Una fisionomia importante che l’ha reso uno dei caratteristi più raffinati e richiesti del cinema americano, spesso chiamato ad interpretare personaggi dalla psicologia disturbata, come il John Givings di Revolutionary Road, trasposizione cinematografica del capolavoro letterario di Richard Yates, che a ben guardare era il grillo parlante chiamato a smascherare la finzione dietro la quale si nascondevano i due protagonisti, o criminali, e in questo senso la sua prova in The Iceman, pellicola diretta da Ariel Vromer e incentrata sulla figura di Richard Kuklinski, serial killer sul libro paga della mafia italo-americana, rende al meglio l’idea. L’attore del Kentucky ha però iniziato il suo percorso attoriale in teatro, calcando la scena sia nelle compagnie off-Broadway sia nei famosi spettacoli del West End londinese, formandosi in contesti molto diversi che gli hanno permesso di acquisire quella versatilità che gli permette di affrontare con assoluta credibilità ogni personaggio.
Con un debutto datato 1993 al fianco di Bill Murray in Ricomincio da Capo, Shannon ha poi costruito una carriera fatta principalmente di ruoli drammatici (Tigerland, The Woodsman, World Trade Center) e qualche incursione nella commedia (A morte Hollywood, Grand Theft Parsons) dove ha quasi sempre recitato come spalla dei protagonisti (Onora il padre e la madre, La casa maledetta), conquistando lentamente il ruolo centrale, come dimostrano Shotgun Stories di Jeff Nichols con il quale tornerà a lavorare nei successivi Take Shelter e Mud, o il riservato e timido ex marine Peter Evans ossessionato dagli insetti nel thriller dalle sfumature horror, Bug- La paranoia è contagiosa, diretto da William Friedkin. Tra produzioni indipendenti dirette dall’onnipresente James Franco, la collaborazione reiterata nel tempo con il già citato Nichols e Werner Herzog (Il Cattivo tenente, My Son, My Son, What Have Ye Done), e l’incursione nel piccolo schermo con la serie tv HBO Broadwalk Empire, Michael Shannon è a suo agio anche nelle grandi produzioni hollywoodiane, come dimostra la sua partecipazione al reebot di Superman ne L‘uomo d’acciaio di Zach Snyder o in pellicole minori come The Runaways, debutto al lungometraggio della regina del videoclip Floria Sigismondi. Un attore dalla recitazione sottile e sofisticata, votato al metodo, e ad un passo dalla consacrazione definitiva grazie all’imminente interpretazione in Elvis & Nixon, al fianco di Kevin Spacey, del Re del rock’n roll Elvis Presley, nella pellicola diretta da Liza Johnson e basata sull’incredibile incontro tra l’interprete di Blue Suede Shoes, desideroso di diventare un agente segreto, e l’allora Presidente degli Stati Uniti, Richard Nixon.
Manuela Santacatterina