Affermare che la mostra dedicata all’opera del fotografo svizzero Michel Comte dalla Triennale di Milano (fino al 3 luglio)è soltanto bella significa fare un torto a questo svizzero di 57 anni che usa la macchina fotografica come chiave di accesso al mondo contemporaneo. Oltre che bella (in mostra 87 fotografie e 20 collage fotografici che ripercorrono la parte più nota della sua carriera, ovvero i ritratti ai più noti personaggi del jet set mondiale, racchiusi anche in un ottimo catalogo edito da Carlo Cambi Editore) la mostra che la Triennale espone è punto di arrivo e partenza allo stesso tempo e propone una seria riflessione sul lavoro di colui che già nel 1980 il sommo dei maestri dell’arte fotografica Helmut Newton definì “un grande”. A detta dello stesso Comte, le foto in mostra rappresentano il suo passato molto distante dall’attualità di oggi: “Quelle foto si riferiscono a un periodo di decadenza: quello degli anni ‘80 e ‘90. Il mio lavoro oggi è più organico, completamente diverso, calato nel reale. Registro la mia vita di tutti i giorni (…) le celebrity ora per me sono le persone che incontro ogni giorno, che esprimono o suscitano sentimenti, che si impegnano nelle loro rispettive attività. E’ un lavoro più spontaneo, meno costruito”. Un progetto questo di Comte che noi tutti potremo ammirare già dal prossimo anno quando verrà pubblicato in quattro volumi dal titolo “From April to April” e a detta dell’autore come i suoi precedenti capitoli sarà anche questo una pietra miliare nella sua evoluzione personale.
Affermare che la mostra dedicata all’opera del fotografo svizzero Michel Comte dalla Triennale di Milano (fino al 3 luglio)è soltanto bella significa fare un torto a questo svizzero di 57 anni che usa la macchina fotografica come chiave di accesso al mondo contemporaneo. Oltre che bella (in mostra 87 fotografie e 20 collage fotografici che ripercorrono la parte più nota della sua carriera, ovvero i ritratti ai più noti personaggi del jet set mondiale, racchiusi anche in un ottimo catalogo edito da Carlo Cambi Editore) la mostra che la Triennale espone è punto di arrivo e partenza allo stesso tempo e propone una seria riflessione sul lavoro di colui che già nel 1980 il sommo dei maestri dell’arte fotografica Helmut Newton definì “un grande”. A detta dello stesso Comte, le foto in mostra rappresentano il suo passato molto distante dall’attualità di oggi: “Quelle foto si riferiscono a un periodo di decadenza: quello degli anni ‘80 e ‘90. Il mio lavoro oggi è più organico, completamente diverso, calato nel reale. Registro la mia vita di tutti i giorni (…) le celebrity ora per me sono le persone che incontro ogni giorno, che esprimono o suscitano sentimenti, che si impegnano nelle loro rispettive attività. E’ un lavoro più spontaneo, meno costruito”. Un progetto questo di Comte che noi tutti potremo ammirare già dal prossimo anno quando verrà pubblicato in quattro volumi dal titolo “From April to April” e a detta dell’autore come i suoi precedenti capitoli sarà anche questo una pietra miliare nella sua evoluzione personale.
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