Il primo incontro con Velvet l’ho fatto nel modo più banale del mondo. Era agosto, in spiaggia. Sul telo di una ragazza era poggiato questo “maxicoso” e ho pensato “come farà a portarselo in giro?”. Poi è arrivata la voglia di gelato e al bar-edicola della spiaggia eccolo di nuovo. Si faceva proprio notare. L’ho comprato, adoro chi si distingue dalla massa.
In quel periodo avevo capito che la mia passione per la moda stava prendendo il sopravvento sulle altre. Ma non riuscivo a focalizzare “in che modo” esprimerla. Chiaramente scrivendo, ma – mi chiedevo – quanto spazio c’è per essere realmente alternativi? E soprattutto per non finire a scrivere di tematiche femminili (nel senso più detestabile del termine).
Velvet, il suo formato, i suoi colori, il suo stile e soprattutto i contenuti mi hanno colpita più del sole delle 3 del pomeriggio preso in quella spiaggia. The Wardrobe e il suo stile sono ispirati proprio a Velvet: è così ho deciso di aprire il blog, è grazie a Velvet che ho capito che non ero completamente pazza e che era possibile parlare di moda in maniera completamente diversa dai soliti schemi.
Michela Gattermayer ha lasciato la direzione di Velvet qualche giorno fa: approderà a Vanity Fair come vicedirettrice.
Onestamente, mi dispiace da morire. Anche se dispiace non rende bene l’idea della cosa, proprio per quello che Velvet e le idee di Michela rappresentano per me.
Andrea, vedendo la mia faccia mentre lavoravamo insieme ad un pezzo su Skype, ha pensato che mi stesse prendendo fuoco l’armadio. Ho dovuto mandargli il link all’articolo per convincerlo che, tutto sommato, stavo bene.
Michela Gattermayer ha fatto un lavoro straordinario a Velvet. E lo farà anche a Vanity, che smetterò di rubare a Gianluca e comincerò a comprare ogni settimana. Giuro.
In bocca al lupo, Michela.