Magazine Concerti e Festival

Michela Murgia: L’incontro

Creato il 08 febbraio 2014 da Cristiano Porqueddu @Cristiano195

Michela-Murgia-L'incontro

Di Michela Murgia avevo già letto tutto. Mi mancava questo romanzo breve di cui ho trovato pareri più che positivi da ogni parte. Ed è davvero una bella sorpresa: la storia si snoda in un microcosmo fatto di memoria, tradizione e poesia.

La trama

La trama

Questa la trama: Maurizio ha dieci anni e non vede l’ora che comincino le vacanze. Per lui l’estate significa stare dai nonni a Crabas: lì ogni anno ritrova Franco e Giulio, fratelli di biglie, di ginocchia sbucciate e caccia alle libellule, e domina con loro un piccolo universo retto da legami che sembrano destinati a durare per sempre.

Ma nell’estate del 1986 qualcosa di imprevedibile incrinerà la loro infanzia e mostrerà a tutti, adulti e ragazzi, quanto possa essere fragile il granito delle identità collettive. Basta un prete venuto da fuori a fondare una nuova parrocchia per portare una scintilla di fanatico antagonismo dove prima c’erano solo fratellanze. In quella crepa della comunità l’estraneo può assumere qualunque volto, persino i capelli rossi di un inseparabile compagno di giochi.

Ho letto tra le varie recensioni (spesso troppo copia-incolla) che il romanzo è da “leggere tutto di un fiato”, “da divorare”, “da leggere nel tragitto di un treno” eccetera, associando la brevità dello scritto alla velocità di lettura.
Non sono affatto d’accordo.
La scrittura di Murgia, qui, si srotola sì su parametri descrittivi, periodi brevi e e coloratissime immagini che inducono una lettura rapida ma è davvero un gran peccato non soffermarsi sul sottofondo non scritto fatto di suoni di cicale, l’odore del pesce arrosto, i conciliaboli tra bambini. Certo che si legge in un’ora ma è un peccato, di tanto in tanto, non fermarsi a ritrovare dentro di sé elementi descritti nel romanzo e l’operazione di recupero è tutt’altro che veloce: la memoria inizia ad agganciare episodi, momenti particolari mai dimenticati, ricordi sepolti in parte che fanno di noi ciò che siamo.

No, non è da leggere tutto d’un fiato ma da assaporare, come si fa con un bicchiere di vino rosso. Pregiato.

Brava, Michela.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :