Si intitola Alberi la nuova installazione di Michelangelo Frammartino, e sarà possibile vederla all’ex Cinema Manzoni di Milano fino al prossimo 8 dicembre. Io spero di riuscire ad andare ma non ne sono del tutto sicura, un orario fra le 16,30 e le 20,30 significa che devo trovare il modo di “parcheggiare” da qualche parte le mie bambine perché non è qualcosa di adatto a loro e si annoierebbero a morte. Non è neppure qualcosa di televisivo, al di là del fatto che le sue opere precedenti erano film e che in televisione credo che non siano mai arrivate. In questo caso Michelangelo ha fatto qualcosa di così particolare che sospetto si possa vedere solo in luoghi attrezzati in modo specifico.
Non so da quanti anni Michelangelo realizza cortometraggi e installazioni. L’opera che davvero gli ha dato notorietà è Il dono, film del 2003 realizzato con pochissimi soldi e interpretato quasi totalmente da persone comuni. Di fatto l’unica attrice è la protagonista, Gabriella Maiolo, mentre il vecchio è Angelo Frammartino, nonno del regista. E, fra gli altri, la donna che prova a fare l’esorcismo è una zia comune, Teresa Ritorto.
Michelangelo ha l’abitudine di non dire nulla di quello che sta combinando, neppure ai suoi genitori. Ho per cugino un regista famoso, che abita pure a cinque minuti a piedi da casa mia, e di lui mi è più facile avere notizie dai giornali che di persona. Beeeeneeee…
Dopo Il dono nel 2010 ha realizzato Le quattro volte. Non è esattamente veloce a lavorare. Alcune difficoltà oggettive, compresa quella di trovare finanziamenti visto che lui non è un autore da grande pubblico, e un notevole perfezionismo. Le quattro volte sono quattro forme di vita della materia, umana, animale, vegetale e minerale. In interviste lui ha fatto riferimenti pitagorici, a me veogono in mente i quattro elementi. Certo ha un contatto molto forte con la materia, la realtà spirituale e non umana, con qualcosa che è inconoscibile con i nostri sensi o con il nostro lato razionale. Qualcosa che va al di là. Non per nulla ho citato l’esorcista del Dono, perché è una donna che crede in qualcosa che non può davvero essere conosciuto, e che prova ad agire su forze invisibili. E la progressiva disumanizzazione delle Quattro volte si inserisce in questo stesso discorso di qualcosa che va al di là delle persone. Nella terza parte del film, fra l’altro, ha ripreso alcuni momenti della Festa della Pita di Alessandria del Carretto. Il tizio che si arrampica in cima all’albero è proprio lui, Michelangelo, ma al di là della nota curiosa c’è un forte interesse per le tradizioni popolari.
Tradizioni che vengono riprese in Alberi, ambientato nel pase di Armento, i cui abitanti “si fanno” alberi. Un eco di questa tradizione si sta agitando nella mia memoria fantasy, cerca di uscire ma ancora non trova uno sbocco. Non è esattamente il rito descritto da Marion Zimmer Bradley nelle Nebbie di Avalon, quello in cui viene concepito Modred. Ho letto altro, ma non riesco a focalizzare. Al di là della foresta che cammina nel Macbeth di William Shakespeare e degli Ent di J.R.R. Tolkien, ovviamente, visto che loro sono un’altra cosa ancora. Michelangelo non si occupa di fantasy, ma quello che fa ha comunque punti di contatto con questo genere. Boh, suppongo che prima o poi mi verrà in mente di cosa si tratta, ma non ora.Un bell’articolo ad Alberi si trova su repubblica.it: http://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2013/11/29/news/filmmaker_gli_alberi_di_frammartino_invadono_il_cinema-72274304/. Un altro, risalente a quando Alberi è stato presentato a New York, si trova sulla versione italiana dell’Huffington Post: http://www.huffingtonpost.it/2013/04/21/alberi-il-film-in-loop-di_n_3127901.html.
Il trailer:
Io spero davvero di riuscire ad andare.