Stefano Boeri, assessore alla Cultura del Comune di Milano, questa volta l’ha fatta grossa.
Ha annunciato che, in attesa della nuova collocazione all’interno del Castello Sforzesco, La Pietà Rondanini di Michelangelo (statua di marmo alta quasi due metri a cui l’artista ha dedicato gli ultimi anni della sua vita) sarà ospitata per qualche mese nel carcere di San Vittore.
Tutti i dettagli del progetto, che partirà in primavera, potrete leggerli nell’intervista di Annachiara Sacchi a Boeri, pubblicata sul Corriere della Sera, e nei vari articoli pro e contro l’iniziativa (c’è chi parla di “deriva radical-chic”) che proprio in queste ore stanno spuntando off e online.
Personalmente non sono tra gli indignati, anzi. Il coraggio di osare è una delle strade che la cultura italiana ha a disposizione per gettare il cuore (la vita?) oltre l’ostacolo. E quindi condivido e diffondo le parole di Boeri a proposito di paventati “incassi perduti” per il Castello:
La cultura non si finanzia con le biglietterie, ma con le idee. Quelle che generano partnership tra pubblico e privato e attirano risorse. Siamo convinti che portare un capolavoro planetario in carcere abbia una potenza immediata: quest’opera pone il visitatore di fronte alla complessità del concetto di pietà e alla questione stessa della fede.
Lo spostamento dell’opera sarà seguito dall’Istituto centrale del restauro e i permessi sono già tutti pronti. Stupiti? In effetti in un paese come l’Italia dove le (buone) procedure e le (corrette) tempistiche fanno sempre a cazzotti, questa operazione suona come un “caso incredibile”.
Forse tanta originalità nasce dall’essere un “progetto condiviso”. Da chi? Dal sindaco Pisapia (bene!), le soprintendenze (da incorniciare!), la direttrice di San Vittore (brava!), il provveditore alle carceri (grande ammirazione!), il presidente del tribunale (chapeau!).
A permettere l’operazione sul piano economico c’è la Fondazione Cariplo, che ha stanziato 3 milioni di euro per la valorizzazione del Castello (ben fatto!), mentre sarà il Fai a curare l’organizzazione delle visite al capolavoro di Michelangelo nell’inedita location (grazie!).
Che il progetto Pietà a San Vittore diventi un successo di pubblico? Ce lo auguriamo…