A dirlo è Michele Acquarone, ex dg di Rcs Sport, nella conferenza stampa convocata dopo la lettera di licenziamento ricevuta qualche giorno fa dalla controllata del gruppo Rcs che opera nel settore degli eventi sportivi, in particolare il Giro d’Italia.
Acquarone era stato sospeso, insieme all’ad Giacomo Catano e al direttore diritti e relazioni esterne, Matteo Pastore, ‘in via cautelativa’ il 1° ottobre, a seguito dell’audit interno in merito alla natura di alcune transazioni bancarie svolte con associazioni collegate a Rcs Sport, che avrebbero determinato un ammanco di circa 10 milioni nel bilancio della società.
All’inizio di novembre trapela la notizia dell’apertura di un fascicolo d’indagine dalla Procura di Milano su un presunto buco milionario nei conti di Rcs Sport: il procuratore aggiunto Francesco Greco e il pm Adriano Scudieri indagano sull’ipotesi di appropriazione indebita a seguito di due esposti presentati in Procura.
Nella conferenza stampa di oggi, Acquarone, che ha sottolineato di “non aver ricevuto alcuna notifica da parte della Procure” per cui “per quanto ne so non sono indagato”, ha spiegato che la motivazione del licenziamento non consiste nell’accusa di aver “rubato”, bensì per omissione, la società sostiene cioè che lui avrebbe “potuto e dovuto impedire che certe irregolarità accadessero”.
In ogni caso, ha concluso l’ex dg, “ripongo totale fiducia nell’indagine penale in atto e nella causa di lavoro imminente, al fine di accertare la mia totale estraneità agli illeciti commessi in Rcs” e “da parte mia farò tutto quanto possibile per aiutare l’autorità giudiziaria a far luce su tutte le responsabilità, comprese quelle legate alla gravissima diffamazione compiuta, senza alcuna ragione, ai miei danni”.