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Michele Boldrin: è un governo per salvare il sistema, non per migliorarlo
Creato il 22 aprile 2012 da Tiba84Partiamo da Monti e dal suo governo. Lei è molto critico. Da professore a professore che voto darebbe?
Rispetto a Berlusconi gli diamo sei, se parliamo di cosa ha fatto e doveva fare gli diamo tre. A partire da come ha tagliato le pensioni, cioè male. Prendiamo l'ultima scoperta, gli esodati: un errore da polli. Ancora: hanno abolito gli scalini e nessuno riesce a capire il perché. In realtà non hanno curato la questione di fondo della spesa. Bisogna invece tagliarle le pensioni, eliminare quelle ingiuste, a quelli che ne hanno tre, a quelli che non ne hanno diritto, cancellare quelle di invalidità fasulle. La spesa delle pensioni in Italia deve scendere a non più del 10% del Pil. Con la riforma Fornero scenderà dal 16 al 14% e ciò significa che hanno fatto un lavoro incompleto. Non c'è paese al mondo che nemmeno si sogni di reggere una spesa pensionistica come quella italiana. Già essere a due cifre, in % del PIL, è poco sostenibile. Non c'è possibilità che il lavoro qualificato possa crescere in Italia se noi lo carichiamo con il 33% di spesa previdenziale.
Alcuni provvedimenti, anche diffìcili, hanno cominciato a prenderli, però......
Non hanno fatto niente. Erano in una situazione in cui potevano dire a questa classe politica: prendere o lasciare. Il grande errore che hanno compiuto, pur essendo persone astute, è di aver scelto di scendere a un compromesso con questa classe politica. Questa Casta è un disastro, quindi le scelte di salvezza vanno contro di essa. Occorre imporre a costoro di fare le cose che non vuole fare.
A questo serve un governo tecnico?
Sì.
Come la riforma del lavoro?
Appunto. L'hanno scritto in molti che non va, anzi va detto chiaro e tondo che è peggio di prima. Cos'è che è peggiorato?
Hanno introdotto una finta assicurazione contro la disoccupazione ma senza toccare la cassa integrazione. Per far questo hanno aumentato le tasse senza ridisegnare il sistema del welfare. Hanno mantenuto la cassa integrazione e gli hanno appiccicato dietro un generoso sussidio di disoccupazione che non sostituisce ma si aggiunge.
E l'articolo 18?
Non hanno fatto niente anche su questo. Non hanno neppure vinto una battaglia ideologica, perché è di questo che si tratta. Quando l'ho detto all'assemblea di Confìndustria mi hanno applaudito a lungo, perché gli imprenditori lo sapevano che era una scelta ideologica. Potevi anche vincerla, ma dando in cambio qualcosa di serio. Invece sono stati lì a toccare l'articolo 18 che adesso è ancora peggio di prima. Perché con il giudice c'è l'incertezza. Il risarcimento economico con le mensilità previste è una cifra folle, siamo diventati il Paese con il risarcimento più alto al mondo.
E cos'è che non hanno fatto ancora?
Non hanno riformato la contrattazione, l'Italia ne ha un gran bisogno. E soprattutto non hanno riformato tutto il mondo del lavoro, hanno toccato solo il dipendente privato. Quello è il 60%, ma c'è un altro 40% di dipendenti pubblici, professionisti, autonomi che sono rimasti fuori dagli interventi. Questa riforma infatti non si applica a costoro. Vogliamo cambiare il contratto dei dipendenti pubblici o no? In Italia ciò che non funziona è l'apparato della pubblica amministrazione.
Giudizio negativo sulla flessibilità in uscita. E su quella in entrata?
Anche lì questo governo ha fatto peggio ancora. Si poteva scegliere la soluzione Ichino, la più coraggiosa. S'introduceva il contratto unico, con il reddito minimo e si tiravano via tutti i privilegi fiscali, gli incentivi. Si poteva articolare un contratto unico in cui all'inizio è facile licenziare, il dipendente ce l'hai in prova per un po' di anni e man mano che lo stabilizzi rafforzi le tutele. Era una soluzione razionale. E invece i tecnici cos'hanno fatto? Oggi accade che l'indeterminato in uscita è molto costoso, quindi le imprese vorrebbero non usarlo e per non aumentare i costi ricorrono ai profili di lavoro a tempo determinato per fiessibilizzarsi un po'. Dalla riforma esce un ulteriore aumento dei costi per licenziare e le difficoltà di uscita sono le stesse. Inoltre è stata appesantita l'entrata, togliendo alcuni benefici fiscali e rendendo più gravosi alcuni requisiti. Quindi hanno penalizzato le imprese che ora hanno ancora maggiori oneri. Le riforme o si fanno bene o è meglio lasciàre stare.
E le liberalizzazioni?
Le liberalizzazioni sono un presa in giro. Le banche non sono state toccate. Abbiamo una nuova banca di stato, la Banca del Sud! Non hanno nemmeno abolito il federalismo di Bossi che fa aumentare la spesa. E hanno aumentato le tasse. Fra qualche mese aumenteranno le tasse di nuovo, avremo un'altra crisi e allora cosa faremo? Avremo bisogno di un governo super-tecnico!
E' un governo continuista, gestito da Napolitano. E' un governo per salvare il sistema, non per migliorarlo. La politica, dopo 20 giorni di timore, ha cominciato ad amarli. Monti spera platealmente nel Quirinale, gli altri si vedono con cariche ministeriali anche in futuro.
Cosa si può salvare, cosa possono fare per recuperare le insufficienze ?
Ho perso le speranze, non vedo rimedi strutturali. Servirebbe qualcuno che mettesse insieme il mondo del lavoro privato dal Nord al Sud: imprenditori, lavoro dipendente, professionisti qualificati, una parte del sindacato, anche una parte del lavoro pubblico, penso a molti insegnanti ed operatori della sanità, per dire......qualcuno che avesse il coraggio di fondare un partito per dire basta.
Montezemolo?
Temo di no.
Passera?
Vuole fare il primo ministro di un governo suggerito da Monti. Quest'ultimo, secondo me, punta al Colle e dopo per dare vita a un governo di Grande Coalizione presieduto appunto da Passera. Sarebbe il governo della Casta. Per l'oggi l'obbiettivo è tirare al prossimo anno, sanno che è alle porte un'altra estate difficile sul piano economico, devono arrivare a marzo 2013. Ma tutto potrebbe subire presto un'accelerazione. Ora dipende da quanto si aggrava il quadro spagnolo ma non è detto che fra sei mesi non sia di nuovo il turno dell'Italia Ne' loro ne' noi siamo riusciti a trovare una strada per la crescita. Entrambi i paesi hanno paura di adottare vere riforme strutturali e, nel caso spagnolo, il gettito fiscale non cresce. Ma, in generale, siamo ancora noi il pericolo maggiore.
Appunto, il quadro generale cosa ci dice?
Gli spagnoli sono più intenzionati di noi a riformare in profondità e, se non li massacra lo spread, forse lo fanno. Ma sono un po' alla canna del gas perché il loro gettito fiscale non cresce. Loro, inoltre, hanno il nodo delle spesa regionale che Zapatero aveva lasciato senza controllo nel tentativo di raccogliere voti. La Spagna è un fattore di rischio nell'immediato mentre l'Italia rischia di andare peggio di tutti nel medio periodo. Il guaio è se quest'estate si sommeranno le due tensioni, spagnola e italiana.
E la situazione complessiva dell'Europa, si va verso un'ulteriore crisi?
La catastrofi generali non ci sono, neppure quella italiana ci sarà nella forma di grande catastrofe. Ci sarà solo il lento declino, con accelerazioni di tanto in tanto. Ed i soliti furbetti che, per trovar la fama, suggeriscono soluzioni miracolose........
Roubini suggerisce di svalutare l'euro......
Decidono i mercati, non gli stati. Cosa vuol dire svalutare l'euro? Che Mario Draghi si svegli una mattina e dice "ora un dollaro per euro'? O che stampa 6 trillioni di euro e li regala a tutti gli europei? Non diciamo assurdità. La moneta unica si svaluta e si rivaluta, si è già svalutata poco dopo essere stata introdotta. Ma a cosa è servito? Abbiamo forse avuto grande crescita tra il 2001 ed il 2003 circa? Svalutiamo l'euro? Cresce il prezzo delle materie prime che importiamo alla grande e già ora il costo dell'energia ci uccide. La ricerca dell'attenzione mediatica produce cretinate, prima di produrre mostri. A che serve svalutare l'euro, chiedo io? Spingere la crescita italiana rilanciando le esportazioni? Quali esportazioni? Quelle di tutti! Ossia, quelle di Wolkswagen prima che quelle della Fiat. Dunque all'interno dell'area euro svalutarlo verso l'esterno non serve se fosse vero, ma non lo è, che il problema sono le poche esportazioni italiane e le troppe tedesche! Quelli che propongono la svalutazione dovrebbero avere il coraggio di dire che serve solo, e dico solo, a ridurre il costo del lavoro! Dovrebbero dire che la svalutazione incide sui salari reali e li riduce drasticamente; ossia, che fa male ai lavoratori e per quello la vogliono. Fanno discorsi di "sinistra" con obiettivi di destra!
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