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Michele Bravi: «Io bravo ragazzo? Se lo dite voi. Sono prepotente e testardo»
Creato il 14 dicembre 2013 da Mariellacaruso«Sono andato a letto alle 7,30 del mattino», ha confessato incontrando i giornalisti a meno di 24 ore dalla vittoria il quasi diciannovenne di Città di Castello che dovrà fare i conti con una certa popolarità. «Non so se sono ancora pronto. Spero non sia invasiva e che mi lasci un margine di libertà», ammette con la sua faccia da bravo ragazzo che farebbe la felicità, insieme ai suoi voti (100/100 alla maturità classica) di ogni genitore italiano, Simona Ventura compresa che lo ha soprannominato “tesorino”. Un appellativo che non lo fa arrabbiare. «E' un aggettivo bonario da “mamma del loft”», ha ribattuto senza tradire ironia nel suo contro-appellativo.
Michele, però, non sembra volersi fare intrappolare dentro precisi stereotipi. Come il suo timbro di voce ancora acerbo e non incasellabile, si definisce «prepotente e già disilluso» e dimostra una certa abilità nel non rispondere a quelle domande che possono portarlo su terreni minati. Dietro quell’aria angelica sembra nascondersi una volontà ben forgiata e una maturità inaspettata, sia sulle questioni musicali, sia su quelle personali.
«Che cantante voglio essere? Devo ancora trovare una mia dimensione. Magari dopo il primo album avrò un'idea più chiara. Punto a raggiungere un suono che sia immediatamente distinguibile come quelli di Ami Winehouse e Janis Joplin» che confesserà, poi, essere i suoi riferimenti insieme con Anthony di Anthony & The Johnson. Si definisce «egoista», si dedica la vittoria per la quale ringrazia Morgan, il vocal coach Gaetano Cappa e Tiziano Ferro che gli ha regalato La vita e la felicità, il brano che lo ha spinto alla vittoria.
«Senza Morgan, che è riusciuto a tirar fuori ogni volta una parte diversa di me, tutto questo non sarebbe accaduto – ha ammesso -. Non ci sarebbe stata nemmeno l'attenzione di Tiziano». Ciò non significa che con Morgan sia stato sempre tutto rose e fiori. Anzi. «Ci sono state puntate- ha spiegato senza timore - in cui non recepivo completamente le sue provocazioni musicali. Le accettavo, ma non le metabolizzavo».
Chiare le idee anche sul Festival di Sanremo, approdo prediletto per tutti i vincitori di talent. «Non sputerei sopra a una partecipazione – ha affermato -. Ma andare là solo per esserci sarebbe da cretino. Ci andrei solo con un brano dall'identità forte». Quella che il giovin Michele, cresciuto a pane e cantautori (Fossati, Paoli e De André i suoi preferiti), deve ancora trovare.
Ciò che sa del suo futuro, adesso, è che ha un contratto di 300.000 euro con la Sony per pubblicare un disco, che s’iscriverà all’Università: «Facoltà di filosofia, perché per fare musica servono contaminazioni culturali a largo raggio» e che continuerà a viaggiare con il suo zaino pieno di «pupazzetti, pacchi di sale, ferri di cavallo e corni antisfiga». E se gli capitasse di poter andare in giro a cantare live con i compagni con cui ha condiviso l'avventura di X Factor non farebbe una grinza. Anzi, per dirla alla sua maniera, «sarebbe fighissimo».
Twitter @mariellacaruso
Pubblicato (più o meno pedissequamente) su La Sicilia del 14 dicembre 2013
Foto Mariella Caruso
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