Michelle Bachelet: legalizzerò l'aborto e riformerò il fisco entro la fine dell'anno

Creato il 26 giugno 2014 da Rottasudovest
Tre mesi di Governo, il 90% delle misure che aveva in mente per i primi 100 giorni in dirittura d'arrivo e, per la fine dell'anno, l'approvazione di due delle grandi riforme del suo mandato, la riforma fiscale, affinché i ricchi paghino più tasse, e la legalizzazione dell'aborto in caso di violenza sessuale, rischio di vita per la madre e malformazione del feto. Michelle Bachelet ha concesso un'intervista a El Pais, in cui racconta i primi passi del suo secondo Governo, non si nasconde le difficoltà, ma non cede di un centimetro sui grandi cambi che ha promesso al Paese, perché "il nostro grande nemico è la disuguaglianza e sconfiggerla segna il mio nord".
Ha lasciato l'Agenzia dell'ONU per le Donne ed è tornata nel Cile soprattutto grazie alle proteste studentesche, che chiedevano un sistema scolastico gratuito, pubblico e di qualità: "Non c'erano solo i giovani, c'era molta gente, in un Paese che iniziava a dire: 'Non ci basta quello che c'è'. E questo mi ha motivato per dirmi: 'Se torno, sarà per realizzare cambiamenti profondi'". Il primo, fondamentale per quelli che verranno, è la riforma fiscale, che dovrà finanziare anche il sistema scolastico gratuito e pubblico che Bachelet ha promesso in campagna elettorale: "Probabilmente pensavano che non l'avrei fatta e che era una promessa da campagna elettorale" spiega la presidente cilena a El Pais "Credo davvero che nelle riforme tributarie ci siano interessi che possono essere danneggiati e che fanno tutto il possibile per cambiare gli assi centrali. Ma siamo molto aperti ad ascoltare tutti i settori. Quello che sì ho detto è che non sono disponibile a rivedere quello che consideriamo il cuore della riforma".
Approvata la riforma fiscale, Bachelet spera che la riforma del sistema scolastico e universitario sia pronta per la fine del 2015. In calendario anche una delle sue grandi promesse elettorali, la legalizzazione dell'aborto: il Cile è uno dei cinque Paesi al mondo in cui l'aborto è vietato in qualunque caso, anche se già nella scorsa legislatura, quando una giovane donna stava rischiando la propria vita per mettere al mondo un bambino malformato, che sarebbe morto poche ore dopo, il presidente conservatore Sebastian Pinera aveva affermato che la vita di nessuna cilena sarà a rischio in casi del genere e che saranno sempre prese le misure per proteggerla. "C'è una grande quantità di mozioni, sia alla camera che al senato. Stiamo analizzando tutte queste mozioni per vedere quali appoggeremo e come, in modo da poter avanzare verso la legalizzazione" ha assicurato la presidente, che non ha voluto dare scadenze, ma ritiene che l'aborto depenalizzato potrebbe essere legge negli ultimi mesi di quest'anno.
Sono stati 100 giorni intensi, spiega Bachelet a El Pais, per una ragione ben precisa, al di là delle contingenze, come il terremoto al nord, le inondazioni a sud e l'incendio di Valparaiso: "Quattro anni sono pochi e dovevamo iniziare a realizzare quanto promesso ai cittadini. Bisogna ridare prestigio alla politica e lo si fa anche realizzando quello che si è promesso. E' importante recuperare la fiducia della gente nelle istituzioni democratiche".
La presidente è convinta che Nueva Mayoria, l'alleanza che la sostiene e che imbarca dai democristiani fino ai comunisti, durerà quanto la legislatura, perché "tutti vogliamo mettere fine alla disuguaglianza e tutti abbiamo capito che la riforma dell'istruzione è la chiave". 


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