Mi ero appuntata una cosa che dovevo scrivere qui sul blog. Ho buttato il foglietto nella borsa. Borsa che contiene moltissimi foglietti, di varia natura. Dalla lista della spesa, a un foglietto in cui scrivo che devo chiedere alla mia commercialista delucidazioni su una sigla che somiglia vagamente a YMCA. Come fa figo dire "la mia commercialista". Comunque. Quell'appunto è ovviamente andato perso nei meandri del mio congenito disordine e qualcuno, su un autobus (forse il 20) lo ritroverà e riderà.
Dato che non ricordo più quello che dovevo scrivere, scrivo che non mi piace l'idea che si debba lavorare per vivere. La trovo antiquata.
Io, per vivere, vorrei ridere e amare.
Lavorare per vivere mi sembra una cosa cattolica e punitiva. Da "espiazione dei peccati", ecco. Da "altro che parto con dolore, per tutta la vita ti obbligo a un 740 disastroso".
Dovremmo farci una rivoluzione, su questa cosa.
Mica pizza e fichi.