[micrOdissea/1]
… Incontro un tipo che mi guarda curioso. È basso, peloso, sembra sporco. “Hai la faccia un po’ stravolta – mi dice. Sei per caso di Berlino? Ricorda che nel centro di Bologna non si è mai perso un bambino”. “…”. Fa due salti su se stesso, si defila e poi sparisce sotto uno dei mille portici che incorniciano piazza Grande. Dove santi che pagano il suo pranzo non ce n’è. Però, almeno questo è un segnale positivo, penso.
Il palazzo della Circe Pinardi è proprio come te lo sei sempre sognato. “Strutture si chiamano, Marco, strutture. Ed è quelle che noi non abbiamo, e che dovrebbe essere normale avere”, un lampo di lucidità arriva con la voce di mio padre al telefono la sera quando glielo racconto. È comunque l’incantesimo iniziale che ti tiene qui legato e che dovrebbe farti desiderare di non andare più via. Appena fuori città, il palazzo è sito al centro di una serie di castelli che sono il cuore dell’attività dei giornali editi dalla Poligrafica, anche quello della ormai lontana Milano. Così, dopo avermi stregato quel poco che basta col suo ammaliante sguardo da giovane cerbiatta sbarazzina, la mia salvatrice mi consegna a quello che sarà il mio capo, almeno fino a fine luglio. Il nome del mio signore è P**** G******* – detto anche “Virgilio” – e cerco di non farmelo sfuggire mentre lo stesso mi presenta decine di altre persone della redazione, con altrettanti nomi da ricordare. Per far capire ai lettori lo stupore che provai mentre il mio Virgilio mi conduceva per le stanze del castello, dico soltanto che per due mesi avrò un computer tutto mio con password personale di accesso, telefono mio, tesserino mensa e carta magnetica per entrare nelle porte di sicurezza. Tutte.
L’umore resta comunque al livello percepibile di contentezza. Soprattutto quando, imbambolato davanti ai mondiali, è entrata in questa mia nuova casa la presenza degli amici di Itaca riunitisi in una segretissima seduta spirituale nella lontana terra natia, grazie alla quale siamo riusciti a comunicare e scambiarci le ultime novità e progetti di vacanze estive: le loro. Nonché un messaggio notturno in bottiglia, promemoria di divertimento e goduria, da parte del re di Vinilandia, Riccardo XII Pollici. La mia mente però inizia a sentire i postumi del sortilegio; quando nasce l’esigenza di imparare un nuovo sistema di impaginazione al computer, che mi è stato spiegato in due minuti da G*******; quando devo capire come farmi fare il bonifico per la copertura delle spese; quando devo capire ancora bene quali mezzi prendere per andare a lavoro; quando devo capire quali cose comprare in quale market all’ultimo prezzo; quando esco di casa e già lo scirocco permanente di qua arriva a più di trenta gradi ricamandomi sulla capa puntuale un mal di testa. Quando alla fine ritornerò a fottermene di tutto. E starò bene. In questa città alla quale mi affezionerò, credo, inevitabilmente.
Nota. Nella casa di un mio caro amico a Bologna si era appena liberata una stanza. Lo stupore della megasede centrale del Quotidiano Nazionale, le varie trafile burocratiche e l’impatto con le mie nuove mansioni s’accompagnano alle voci dei miei amici e alle partite dei mondiali che ci valsero il titolo da difendere quest’anno.