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Microsoft lancia un ultimatum a Google

Creato il 02 agosto 2012 da Andy04 @stilegamesnews

Lettera pubblica di Microsoft a Motorola
Sotto forma di una lettera pubblica a Motorola MobilityMicrosoft lancia il proprio ultimatum a Google e se non si arriverà alla pace, ovviamente alle regole dettate da Redmond, si procederà verso la guerra. Il colosso di Mountain View è proprietaria di Motorola esattamente da un anno, quindi è chiara l’intenzione della Microsoft di rivolgersi a Google; il tono della lettera pubblica è molto pacato e conciliante, ma pensiamo che l’inchiostro sia velenoso. La lettera viene firmata da Brad Smith e Horacio Gutierrez, responsabili legali del gruppo di Redmond e l’obiettivo è quello di mettere Google con le spalle al muro per il solito argomento: brevetti, licenze e proprietà intellettuali. Ormai i tempi sono maturi e Microsoft sembra voler passare all’azione, soprattutto dopo lo slancio morale dopo l’ultima vittoria legale contro Motorola Mobility.

L’intenzione, da parte della società di Redmond, di arrivare alla pace e di chiudere tutte le contese c’è, visto che si vuole rendere pubblico l’approccio a cui si invita la controparte, naturalmente alle sue condizioni, ma se il colosso di Mountain View non sarà d’accordo è pronta a tirare fuori le armi pesanti.

Microsoft presenta due condizioni per risolvere tutte le faccende in maniera pacifica: primo, che ogni accordo deve essere globale, onnicomprensivo, finalizzato alla chiusura delle questioni pendenti, cioè un accordo duraturo che ponga fine ad ogni discussione e secondo, ogni accordo deve essere basato su valutazioni oggettive serie, ovvero Motorola non può pretendere per i propri brevetti somme sproporzionate rispetto a quanto preteso da altri parimenti proprietari di brevetti, e qui il riferimento allo allo standard H.264 è esplicito.

E nel finale l’invito a Google di scegliere se intraprendere discussioni serie per cercare una pace sui brevetti, o perseverare con le sue tattiche diversive; il che, a prima vista appunto potrebbe sembrare un invito, ma che in realtà è una minaccia e neanche tanto velata.


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